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Fuori dal mondo

Regia di Giuseppe Piccioni vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Fuori dal mondo

di luisasalvi
8 stelle

Chi è fuori e chi è dentro il mondo? Può entrarci, per caso, una suora o un carcerato, e non esserci chi ci vive liberamente ma senza guardare. Finezza di molti dettagli psicologici: uno agli arresti domiciliari esce di casa per correre nel parco, ci trova un bimbo, lo consegna a una giovane suora (novizia) e le chiede di dire che l'ha trovato lei per non provocare grane a lui; lei lo dice così bene, senza neppure porsi la questione del "mentire", che Morandini riassume dicendo che lo trova lei. Forse l'ha fatto per brevità, ma questo inizio mi pare bello e significativo; al contrario della fine, che con questo episodio dovrebbe chiudere il film in inclusione ma a me sembra incoerente al tono e al senso di tutta la vicenda: Caterina, la suora, si scopre un desiderio di maternità così eccessivo da spingerla a "rapire" per un momento il bimbo, prima di riconsegnarlo all'ospedale; Ernesto, sbalestrato dal credersi padre, ci prende gusto e soffre quando scopre di non esserlo; i due si abbracciano in silenzio nel parco, e mi sembrava la fine più ovvia e prevedibile, ma non banale, di un film che non era impostato sul dramma di una scelta bensì sulle varie situazioni, felicemente descritte; ma il regista ha avuto paura dell'ovvio e ha aggiunto un finalino in cui lei si fa riaccompagnare al convento per prendervi i voti definitivi, contro tutto ciò che il film annunziava; del resto, finendo con l'abbraccio nel parco, poteva lasciare aperta ogni decisione, come sarebbe stato giusto, dato che il film non suggerisce scelte ma riflessioni. Il resto, trattato tutto con molta delicatezza, evitando di dire l'inutile: il rapimento del bimbo sarebbe stato assurdo, la riconsegna difficile; invece non c'è alcun commento, lei lo riposa nel lettino, fra gli sguardi taciti degli addetti. Teresa, la madre, non vuole e non ama il bimbo, non osava consegnarlo in ospedale ma l'ha seguito fino a verificare che vi sarebbe stato portato. Caterina giudica e critica entrambi, Ernesto e Teresa, ma da entrambi è rimproverata per mancanza di comprensione e di carità cristiana, e forse proprio solo in questo senso (amaro, ma non chiarito, se è così) si spiega la sua decisione finale, non di entrare nel convento (per "vocazione") bensì di restare "fuori dal mondo", per timore di non sapersi adattare, perché troppo rigida nel giudicare e troppo debole nell'agire (come lei stessa ha detto a una consorella). La maggior parte dei dialoghi e soprattutto delle prediche (della madre superiora e della madre biologica di Caterina, e di lei agli altri due) non peccano di "ridondanza didattica" semplicemente perché non sono condivisi dal regista bensì enunciati con riserve amare o ironiche.

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