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Demoni e dei

Regia di Bill Condon vedi scheda film

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Utente rimosso (signor joshua)

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La recensione su Demoni e dei

di Utente rimosso (signor joshua)
8 stelle

James Whale, un regista i cui film sono diventati leggenda, ma di cui quasi nessuno si ricorda, se non tra i cinefili che si interessano agli “antichi reperti” conservati negli archivi dei classici intramontabili, quali sono il primo, vero Frankenstein (quello con Boris Karloff), film ultra citato da praticamente qualsiasi cosa (dai cartoni animati ai programmi televisivi, dai giocattoli per bambini ad altri film di ispirazione, senza escludere le varie parodie ed i molti remake), L'uomo invisibile (rifatto anche dallo stesso John Carpenter) e La moglie di Frankenstein, una pellicola che ha sempre destato molto mistero sia tra i critici che tra il pubblico: è un'auto parodia o è semplicemente un classico dell'orrore che comincia a sentire il peso degli anni? Tra i cavi, le barelle, gli arti mutilati e le stranezze del laboratorio del Dr. Frankenstein, aleggiano contemporaneamente la malinconica consapevolezza di una non vita, e l'auto ironia di un'altra consapevolezza, ovvero che tutto quello che stava accadendo, prima o poi, sarebbe finito, quindi è inutile stare a piangere sui giorni perduti ed è necessario continuare a dritto. Whale non ha avuto una vita particolarmente interessante o spettacolare, ha fatto la Grande Guerra come molti altri, ha visto i compagni di sempre morirgli accanto (ed i sui commilitoni scherzarci sopra per celare l'orrore di quello che vedevano) come tutti i veterani, era un omosessuale, ed in tempi come quelli (gli anni Cinquanta) le difficoltà per tutti quelli come lui erano molte, ma lui, ben che nessuno se ne sia accorto, è stato uno dei pochi che ha tentato di dipingere la sua condizione umana tentando, in tutta quella tristezza, di trovare degli appigli ad una sorta di allegria funebre, di modo che potesse comunque dirsi soddisfatto ed andarsene a testa alta (non per nulla, considera La moglie di Frankenstein il suo film migliore). Purtroppo però, come ci insegna la vita di tutti i giorni, il mondo non sempre è generoso, e Whale, è stato una di quelle persone che si è fatta sopraffare dalla grandezza degli altri, e di chiunque sia la colpa, non si è mai più saputo rialzare. È proprio per questo che Condon ha deciso di non lasciare nell'oblio la sua storia, e di raccontare gli ultimi giorni della sua tumultuosa e malinconica vita, con un'eleganza raffinata e formalmente ineccepibile, che non cade mai nel manierismo e non si risparmia momenti di crepuscolarismo che aleggiano tra le ombre delle vecchie leggende della settima arte (bellissimo il confronto tra il protagonista ed i membri del party organizzato da George Cukor) e tra i grovigli emblematici e distorti di una mente tanto malata quanto larga ed aperta. C'è anche da pensare che, il motivo per cui Whale sia stato attirato da Clayton, sia stata la sua fisionomia scolpita, ed il suo aspetto davvero simile a quello del suo “mostro” per eccellenza: Frankenstein. Bravissimi tutti gli interpreti e straordinario Ian McKellen, che si riconferma come uno dei più grandi (e purtroppo sprecati) attori di tutti i tempi. Un piccolo film che racconta una piccola ma importante storia e che solo per questo merita almeno una visione.

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