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Ritorno al crimine

Regia di Massimiliano Bruno vedi scheda film

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La recensione su Ritorno al crimine

di Furetto60
3 stelle

Sequel peggio del primo. Inutile spreco di talenti comici

Nell’incipit si riprende l’inseguimento che chiudeva il primo film. Ritroviamo Sebastiano alias Alessandro Gassmann, Moreno cioè Marco Giallini, Giuseppe alias Gian Marco Tognazzi e Gianfranco, ossia Massimiliano Bruno, che, dopo aver varcato, a ritroso stavolta, il portale spazio-temporale, sono tornati ai giorni nostri ,a Montecarlo sulle tracce dell’ ex affascinante ragazza, Sabrina, pupa del boss Renatino, ormai invecchiata, col volto di Loretta Goggi, che li ha buggerati. Per recuperare il malloppo, incrociano il marito di Sabrina, tale Massimo Ranieri, alias Carlo Buccirosso, sedicente mercante d'arte, in realtà un falsario  e la figlia di costoro, una furbetta, influencer di nome Loretta con un codice a barre tatuato  sul fondoschiena, che è la password  per accedere al tesoro della banda della Magliana, l’ossessione dei quattro, cui punta anche Renatino, anche lui scaraventato dal 1982 attraverso lo stesso portale che ha riportato tutti al presente. Devono vedersela anche con un tale” Van Gogh", cosi soprannominato per l'evidente somiglianza al pittore fiammingo, che vuole sottrarre il "suo" autoritratto all'antiquario e a questo scopo gli rapisce la figlia. Anche il padre di costui è un malavitoso, Gennarino, interpretato da Gianfranco Gallo, Il cui soprannome è O' Rattuso , perché praticamente ogni giorno sfoga su qualcuna i suoi appetiti sessuali . Sorgono  complicazioni, uno dei quattro "eroi" resta ucciso e per evitarne la morte, i restanti tre fanno un nuovo giro nel passato, per impedire che nasca l'assassino del loro amico;  Sebastiano deve concupire l’obesa moglie di Gennarino, donna di rara raffinatezza; da segnalare anche un incontro con Pabolo Escobar.Se sbagliare è umano, perseverare è diabolico. Dopo aver visto il primo di quella destinata ad essere una sciagurata trilogia, avrei dovuto trattenermi, invece, ci sono ricascato e mi sono sciroppato questa “pochade” di pessimo gusto. Bruno ha riunito i migliori attori brillanti di questo periodo,quanto di meglio c’è sulla piazza, per realizzare questo film raffazzonato e sdrucito, con una sceneggiatura disordinata e approssimativa, che non sa dove andare a parare, inanellando gag poco divertenti, quando non ridicole, con momenti di macchiettismo pacchiano; un mix mal riuscito di vari generi, che non riescono a trovare amalgama;tentativo fallito di una goliardica parodia dei poliziotteschi degli anni 80 e di alcuni personaggi di Gomorra.

I pochi spunti comici, che funzionano sono affidati soprattutto al personaggio di Edoardo Leo, alle prese con gli usi e i costumi di un’epoca estremamente diversa dalla sua e con una vera e propria sfilata di guest star: da Achille Lauro a Ninetto Davoli, passando per i campioni di Spagna ’82: Bruno Conti e Antonio Cabrini e c'è perfino una comparsata dell'immarcescibile  Paola Ferrari. Più cine panettone che commedia all’italiana. Assolutamente sconsigliato

 

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