Regia di Clint Eastwood vedi scheda film
Atlanta 1996: un attentato dinamitardo in corso di un concerto in occasione delle Olimpiadi avrebbe potuto creare un strage; tuttavia l'addetto alla sicurezza che la evita finisce nei guai ....
La storia, anche dell'attualità, è piena di spunti narrativi che possono ispirare la sceneggiatura di un film. Poi un altro conto è realizzarla veramente e saperla realizzare in modo che il pubblico riesca ad appassionarvisi, raccontando la vicenda ma soprattutto i personaggi, le loro vite e le circostanze.
Clint Eastwood al suo 40° film torna sul tema dell'eroe americano della porta accanto, ma questa volta, uscendo dalla forzatura retorica e partendo dalla triste storia del protagonista, ne usa la vicenda per arrivare a puntare al cuore tutta una serie di bersagli simbolo della cultura americana: dai media sempre pronti a sbattere il presunto mostro in prima pagina, al fanatismo armarolo che permette al cittadino qualunque di possedere un arsenale in casa, alla inefficienza dei Servizi (se ne accorgeranno 5 anni dopo la vicenda di Atlanta), finanche (a mio modo di vedere) alle abitudini alimentari e al junk food.
Lo fa nel suo stile tipico: una sceneggiatura senza fronzoli, posizioni spesso politicamente non corrette ma fortemente sentite, personaggi sempre ben caratterizzati e cast davvero all'altezza in grado di caratterizzarli al meglio (in Richard Jewell per esempio non saprei chi scegliere fra i vari Rockwell, Hauser e le due attrici Bates e Wilde). E' così che il pistolero con due sole espressioni è diventato (e resta, pur con qualche pausa e nonostante i 90 anni) uno dei più bravi narratori in celluloide.
Negli USA sono sorte polemiche rispetto alla ricostruzione del film che è stata giudicata troppo semplificata e sul ruolo della giornalista Katie Scruggs, troppo "attenzionata" nella trama. Eppure lo zio Clint non sembra assolvere o condannare nessuno, lasciando a tutti un cenno di redenzione (dalla giornalista che alla fine si commuove fino allo Stato della Georgia che assume il protagonista nelle forze di Polizia). Il messaggio che arriva alla fine è che l'individuo singolarmente è molto meglio del sistema che ci circonda.
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