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Sussurri e grida

Regia di Ingmar Bergman vedi scheda film

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La recensione su Sussurri e grida

di port cros
9 stelle

Un onnipresente colore rosso rappresenta "l'interno dell'anima" in questo film in cui, nelle stanze di un maniero in riva al lago, tre sorelle componenti una famiglia disfunzionale e mostruosa non sconfiggono il dolore e la morte. Unica a salvarsi, la materna cameriera che abbraccia la sofferenza come una Pietà michelangiolesca.

 

Sussurri e Grida di Ingmar Bergman è interamente ambientato in un maniero nobiliare in riva ad un lago ed è incentrato su quattro figure femminili: le sorelleAgnes (Harriet Andersson), Maria (Liv Ullmann) e Karin (Ingrid Thulin) e la cameiera Anna (Kari Sylwan). Agnes, proprietaria del maniero, è una malata terminale di cancro dell'utero al cui capezzale si riuniscono le sorelle, Maria e Karin, infelicemente sposate e con un rapporto non proprio sereno tra loro e con la sorella. Anna è invece la fedele ed affidabile cameriera di Agnes, che fa di tutto per accudirla il più amorevolmente possibile. La narrazione si evolve attraverso il procedere dell'agonia di Agnes ed i flashback nel passato delle quattro protagoniste. Sussurri e Grida offre uno sguardo intimo nelle vite di questi personaggi, i terribili effetti del dolore fisico od emotivo da cui sono afflitte ed i diversi modi in cui fanno fronte alla loro sofferenza. E' quindi essenzialmente un film di donne unite e divise da una storia dolorosa, in una vicenda in cui gli uomini (il dottore, i mariti) sono figure marginali.

 

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Tuttavia, al contrario di quanto potrebbe avvenire in un film di Almodovar, qui l'elemento femminile non è affatto un collante dei legami familiari ed una fonte di forza contro le avversità. Al contrario le tre sorelle compongono una famiglia totalmente disfunzionale, sono piene di rancori e diffidenza l'una per l'altra e le loro vite sono state piene di “mostri”. L'infedeltà di Maria col dottore aveva spinto il marito a tentare il suicidio, mentre vediamo Karin (che si definisce “piena di odio”) compiere un terrificante atto di auto-mutilazione dei suoi organi sessuali con un frammento di vetro per disturbare e allontanare il marito. Agnes la moribonda invece scrive su di un diario le sue memorie, rimpianti di quando era giovane ed il suo rapporto a sentimenti alterni con suo madre. Soltanto l'umile Anna, che ha perso una figlia bambina e rappresenta allegoricamente la figura materna col suo atteggiamento nei confronti della malata, sembra salvarsi da questo panorama femminile desolante. Le scostanti ed egoiste Karin e Maria voltano le spalle ad Agnes ed alla fine solo la generosa Anna le presta conforto incondizionato e la accoglie teneramente sul seno come a reminiscenza di quella maternità che il destino le ha portato via, in una splendida immagine che richiama la Pietà michelangiolesca.

 

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Fondamentali per la resa psicologica dei personaggi sono i numerosi primi piani utilizzati da Bergman, il più straordinario dei quali è la stupefacente scena in cui il dottore dipinge un'impietosa descrizione dei mutamenti che legge sul volto di Maria (Liv Ullman) e attribuisce alla sua degenerazione interiore, mentre la macchina da presa ci mostra il primo pian del suo bel volto, sorridente ed apparentemente così opposto all'immagine desolante che ne dà l'uomo.

 

  

L'aspetto visivamente più celebrato di Sussurri e Grida è senza dubbio l'utilizzo del colore, fondamentale per esprimere in maniera metaforica il senso della vicenda ancor più dei dialoghi, al punto che lo stesso Bergman dichiarò: «Tutti i miei film possono essere pensati in bianco e nero, tranne Sussurri e Grida. Nella sceneggiatura, dico di aver pensato al colore rosso come all’interno dell’anima. » Per questo film si affidò al direttore della forografia Sven Nykvist che vinse l'Oscar per i suo portento lavoro.

Tutto il film è giocato sulla totale e onnipresente preponderanza del rosso. Un rosso sangue che è dominante in tutti gli interni del maniero, sulle pareti, sul pavimento, nel mobilio e che Bergman usa anche per colorare le dissolvenze sui primi piani delle protagoniste che introducono e concludono i flashback . In un film che vuole scandagliare le profondità dell'anima umana, il rosso, che a detta del regista ne rappresenta l'interno, è ovunque. Il secondo colore che costantement e si alterna al rosso e gli si contrappone in un contrasto cromatico stupefacente è il colore della purezza, il bianco, soprattutto nelle vesti, ed associato principalmente a Agnes e d Anna. Presente in un minor numero di scene ed associato quasi sempre a Karin, la più tenebrosa e rancorosa delle sorelle, è il nero.

 

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