Regia di Todd Solondz vedi scheda film
Tre sorelle e lo loro vite complicate: Trish pensa di essere una donna realizzata perché è riuscita a mettere su famiglia, ma ha un marito pedofilo; Helen è una scrittrice di successo, che si sente falsa perché scrive sulla violenza carnale senza averla mai subita; infine c'è Joy Jordan, la fallita ufficiale della famiglia, che non riesce a conservarsi un uomo, e quando ne incontra uno è un taxista russo che dopo essersela portata a letto le frega lo stereo e la chitarra. A completate il quadro si aggiunge Allen (un Philip Hoffman in versione asmatica) che si masturba telefonando a delle sconosciute, corteggiato da una vicina grassa (tra l'altro assassina) mentre spasima per la sorella scrittrice che alla fine lo rifiuta perché "non è il suo tipo".
Il film di Todd Solondz - fin troppo grottesco e paradossale in alcuni frangenti - è un ritratto impietoso (ma purtroppo quantomai veritiero) di una società sottoposta alla dittatura freudiana del desiderio sessuale: visto di volta in volta come ossessione, perversione, frustrazione; disperata ricerca d'amore. Un desiderio sessuale, compresso e strabordante, che finisce per condizionare la vita degli individui, spesso trascinandola verso la rovina. Nulla di davvero esagerato, sebbene in una sceneggiata sopra le righe; nulla di diverso da ciò che quotidianamente accade intorno a noi e spesso a noi medesimi.
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