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The Forest of Love

Regia di Sion Sono vedi scheda film

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alan smithee

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La recensione su The Forest of Love

di alan smithee
7 stelle

NETFLIX

Lo strambo e riservato Shin incontra due aspiranti cineasti nerd di nome Jay e Fukami e, assieme alla maliziosa Taeko, decidono di girare un film, trovando nella complessata ex compagna di classe di costei, Mitsuko, ragazza oppressa dai genitori ossessivi e di vecchio stampo, il fulcro per costruire una storia destinata a filmare la realtà, leggermente modificata od influenzata da interventi correttivi destinati a renderne più concitata la storia.

Il gruppo fa in modo che la vita della giovane Mitsuko, rigorosamente vergine e completamente priva di esperienze affettive, si incroci con quella dell'inquietante ed invadente Murata, truffatore di mezza età che, in poco tempo, diviene l'ossessione della ragazza, trascinandola verso una deriva inarrestabile.

Ma, sempre in zona, un serial killer misterioso fa strage di innocenti, e la sua azione verrà in qualche modo a subentrare nella fitta e macabra trama di un film "working in progress" che assumerà presto i connotati di un vero e proprio delirio inarrestabile.

Era molto atteso il ritorno di Sion Sono, che ci stupisce spesso alternando periodi di sovrapproduzione da 4/5 opere all'anno (è successo nel 2015, anno di film eccezionali come Tag e The whispering star), con momenti di produzione decisamente più diradati.

E dopo la sostanziale delusione che il suo serial sui vampiri prodotto per Amazon (Tokyo Vampire Hotel) ci aveva comunicato dopo la visione al TFF di qualche anno fa, eccolo finalmente di ritorno, questa volta prodotto da Netflix, alle prese con una storia che, nella sua folle bizzarria, in qualche modo sembra concentrare su di sé molte delle ossessioni che l'autore, con il suo cinema eccessivo e morboso, ci ha saputo comunicare e palesare lungo.

Siono entra di petto all'interno di famiglie apparentemente integerrime nei modi e nei comportamenti, ma che nascondono in ostentati atteggiamenti e modi di comportarsi pudichi e contenuti, turbe incontrollate e rapporti controversi ed irrisolti tra i suoi membri, al punto da necessitare chiarimenti per troppo tempo lasciati a incancrenire e ad acuirsi; allo stesso modo l'autore si impadronisce di personalità malate e schizofreniche, su cui destina e concentra le principali attenzioni ed indizi di colpevolezza, per poi lasciarci il tempo di comprendere come spesso la verità più spietata e le responsabilità più devastanti si nascondano nell'azione sottotono che il più riservato degli individui nasconde dentro di sé, trovando il modo di agire indisturbato.

The forest of love diventa pertanto un involucro un po' ingombrante, ma pur sempre di ottima fattura, un po' impegnativo, spesso decisamente autocompiaciuto, ma non per questo meno morbosamente galvanizzante di altri validi progetti dell'autore, seppur destinato anche questo ad accontentare tendenzialmente spettatori dagli stomaci forti, che tenta di racchiudere in un'unica, incredibile, macabra e sin grottesca, sconcertante vicenda di cronaca, i principali punti ossessivi di un autore notevole, inquieto, abile a spaziare dalla violenza in senso assoluto, a quella ben più privata che caratterizza i rapporti intimi mal sviluppati che contraddistinguono certe quotidianità familiari apparentemente quiete, ma di fatto sempre sul punto di scoppiare verso reazioni senza possibilità di ritorno.

L'autore giapponese, qui particolarmente a briglia sciolta e forse anche un po' prolisso nel sviscerare una storia comunque complessa e sfaccettata, sadica e disturbante quanto è lecito aspettarsi dal responsabile di film come Antiporno, Cold Fish, Guilty of romance, Strange Circus, appare a tratti un po' troppo ossessionato dalla sua intransigente e sin incontrollata smania di sbalordire, anche se il film rimane una interessante summa ideologica inerente una deriva sociale e di sentimenti, che pare essere in qualche modo alimentata e dunque diretta conseguenza, di un benessere capitalistico ormai diffuso e incautamente gestito a livello di un sistema economico volto a creare dipendenza e livelli sempre più sofisticati e complessi di soddisfazione e realizzazione. 

  

 

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