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Il buco

Regia di Jacques Becker vedi scheda film

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La recensione su Il buco

di Antisistema
10 stelle

Capolavoro del cinema francese e uno dei più grandi film della storia del cinema, nel Buco (1960) di Jacques Becker, ispirato ad alla storia vera di Jean Keraudy (in arte e nel film Roland) che il regista si porta come attore nel film, confluiscono molteplici stili cinematografici che vanno dalla narrazione classica, al noir sino a dei tocchi della nascente nouvelle vague francese (l'inizio in cui Roland rompe la Quarta Parete e la sequenza al parlatorio tra George e suo padre, ripresa in soggettiva). Ci troviamo innanzi al miglior film carcerario di sempre insieme ad Un Condannato a Morte è Fuggito di Robert Bresson (1956), ma senza l'elemento trascendente presente in quest'ultimo, visto che il Buco, sceglie territori più materiali ed artificiali perdendosi nella costruzione architettonica della prigione, la quale è un vero e proprio personaggio, tanto da diventare ispirazione cardine per tutti i film carcerario successivi, il cui epigono più riuscito sarà senz'altro Fuga da Alcatraz di Don Siegel (1979).

 

 

La narrazione sceglie un approccio corale, basandosi su 4 attori tutti al debutto, di cui uno non professionista (Il tizio che interpreta Roland e ispiratore del film); a costoro si aggiungerà un quinto elemento, Gaspard (Marc Michel), un giovane di estrazione borghese e unica persona di cui sapremo l'effettivo passato è le motivazioni della sua condanna.

Roland conoscendo la planimetria della prigione tramite sue informazioni, ha architettato un piano per evadere e Gaspard si unisce a loro in questo tentativo. La maggior parte del film è ambientato in questa angusta cella, dove cinque persone sono stipate alla meno peggio e si fa anche fatica a muoversi, dove i primi piani della mdp si concentrano sui piccoli oggetti e gli ingegnosi modi per procurarseli, utili per effettuare l'evasione cercando di sfuggire ai controlli delle guardie, ritratte tutte in modo negativo, ad eccezione di un brigadiere che consentirà ai nostri detenuti una vendetta particolare.

 

scena

Il buco (1960): scena

 

Il taglio registico è di tipo cronachistico-narrativo, con varie sequenze in tempo reale come la celebre sequenza divoltre 3 minuti in cui i carcerati sfondano una piccola porzione di pavimento di cemento per farsi strada nei sotterranei e arrivare alle fognature per aprirsi un ulteriore passaggio. Becker gioca sui rumori e sul sonoro che si confondono con il frastuono giornaliero della vita della prigione, nonché sulla suspence che ne consegue per non destare il minimo sospetto da parte delle guardie carcerarie.

La prigione assume connotati artificiali ed irrazionali mano a mano che ci si addentra nei sotterranei di essa, passando da dei settori vasti dove non c'è nulla se non pezzi di lettiera arrugginiti, a degli oscuri quanto angoscianti corridoi, in cui ci si addentra nella speranza di trovare un'uscita e non incappare nella ronda notturna delle guardie sino all'opprimente galleria fognaria la cui messa in scena ha chiari rimandi ai film di John Huston, in primis Giungla d'Asfalto (1950), nella ristrettezza orizzontale dei blocchi di cemento e delle tubature, il tutto valorizzato da una eccellente fotografia, che tocca l'apice espressivo poetico quando Gaspard vede fuori dal tombino finalmente un temporaneo sapore di libertà, prima di ritornare in cella per dover fuggire tutti il giorno dopo.

Il Buco è un film dell'amicizia maschile e sulla necessità di fiducia verso il prossimo, in un ambiente come quello carcerario che tende ad appiattire il tutto e distruggere ogni legame con conseguenze drammatiche.

 

 

Film aggiunto alla playlist dei capolavori : //www.filmtv.it/playlist/703149/capolavori-di-una-vita-al-cinema-tracce-per-una-cineteca-for/#rfr:user-96297

 

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