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Il buco

Regia di Jacques Becker vedi scheda film

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La recensione su Il buco

di bradipo68
10 stelle

Tra la Nouvelle Vague e il noir,la strada che porta direttamente al cinema di sua maestà Melville.Il buco è quello che un gruppetto di detenuti comuni sta facendo sotto la loro cella per evitare la Corte d'Assise.Ai primi quattro si aggiunge Gaspard,denunciato dalla moglie per tentato omicidio e anche lui collabora al fantasioso tentativo di fuga.Il film si svogle quasi per intero in carcere,solo poche sequenze al di fuori compresa qualla bellissima in cui due dei detenuti finito il buco percorrono la galleria fino ad uscire arrivando ad un tombino fuori della prigione toccando con mano la sensazione della libertà.La storia è quella di un amicizia virile,di una condivisione completa della fatica,del cibo,delle sigarette,di tutto.Un po'come i quattro moschettieri:uno per tutti e tutti per uno.Ma loro sono cinque e il tradimento è dietro l'angolo.Il film è di uno stile secco e senza orpelli,è pure assente il commento musicale,con un gruppo di attori favoloso nel recitare.E'curiosa il cambio di prospettiva che viene fatto percepire allo spettatore:i buoni,quelli che rispondono a un preciso codice d'onore,quelli che non danneggerebbero mai gli altri sono i detenuti, che stanno tentando di evadere i cattivi cosiddetti,con i loro piccoli furti(vedi l'accendino d'oro)sono i secondini che hanno il compito di sorvegliare la sicurezza degli onesti cittadini o peggio ancora gli operai venuti fuori dal carcere per riparare le tubature e che si rendono protagonisti di squallidi furti ai danni dei carcerati(ma saranno puniti a suon di schiaffoni).Spesso però si ha la sensazione che ci sia una comprensione reciproca tra carcerieri e carcerati,come se ci fosse la consapevolezza di essere tutti sulla stessa barca.La colonna sonora del film è fatta soprattutto del rumore che fanno gli attrezzi per progredire nel cemento della cella,la vita scorre meccanicamente uguale a se stessa con un unica grande speranza.Quella di ritornare quanto prima uomini liberi.Ma la speranza si infrange contro quelle sbarre:eccezionale la sequenza in cui da una sbirciata dello specchietto uno di loro si accorge che i secondini li stanno aspettando,sono tutti lì schierati pronti a prenderli.La libertà è una chimera ma anche chi ha tradito in realtà non se la passerà tanto bene.Ho idea che Don Siegel e Clint Eastwood abbiano guardato per bene questo film quando dovevano realizzare Fuga da Alcatraz...anche se il finale è quanto di più diverso si potesse immaginare...

Su Raymond Meunier

ottimo

Su Philippe Leroy

si farà strada

Su Jean Kennedy

bravissimo

Su Michel Constantin

anche lui farà parlare di sè

Su Jacques Becker

il suo ultimo film:un piccolo trattato del genere carcerario

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