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Squadra speciale

Regia di Philip D'Antoni vedi scheda film

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La recensione su Squadra speciale

di maso
8 stelle

Philip D'Antoni produttore di "The french connection" impugnò la macchina da presa per la prima ed ultima volta realizzando questo poliziesco ruvido e violento che rappresenta quasi uno spin off del premiatissimo film di Friedkin, il risultato è alquanto soddisfacente per atmosfere un pò meno nel ritmo soprattutto nella prima parte.
Il protagonista Roy Scheider è a capo dei Seven ups del titolo originale, una sezione speciale della polizia di New York così nominata perchè quelli che arrestano non si fanno meno di sette anni in gattabuia, con i suoi agenti in borghese è sulle tracce di una cosca mafiosa che traffica denaro falso, un grosso contributo all'operazione lo sta dando Vito Lucia, interpretato da Tony lo Bianco, un suo amico di infanzia che ha agganci mafiosi.
Vito però fa il doppio gioco ed è in combutta con due poliziotti corrotti che usa come pedine per accaparrarsi parte del denaro falso e mettendo così nei guai il suo vecchio amico che viene accusato dai superiori del distretto di aver rapito un capo mafioso a scopo di estorsione mentre in realtà gli autori sono proprio i due sbirri corrotti in contatto con Vito Lucia.
La trama incontra qualche forzatura e si prende qualche pausa ma New York è un teatro perfetto per questa storia e le riprese sono molto belle, inoltre due sequenze sono davvero notevoli per la perfetta resa ottenuta con il montaggio frammentato: quella dell'autolavaggio utilizzato come trappola che non da via di uscita a coloro che sono nella macchina mentre Richard Lynch e Bill Hickman si appropriano dei soldi falsi e soprattutto l'inseguimento fra questi ultimi e Roy Scheider sullo stile di Bullit con McQueen, questa volta però c'è New York con i suoi stradoni larghi e scoorrevoli invece dei sali e scendi di San Francisco e l'inseguimento si conclude in maniera quasi fatale per il protagonista che rischia di essere decapitato.
Roy Scheider nel ruolo di Buddy è a suo agio ma credo abbia accettato questo ruolo perchè in buoni rapporti con D'Antoni: secondo le sue dichiarazioni in seguito al successo di "The french connection" gli vennero proposti diversi ingaggi in film che ne ricalcavano la trama ed avevano nello script un inseguimento sfrenato fra polizia e malviventi, in effetti questo film ne è una prova concreta e anche la sottotrama dell'amicizia che svanisce fra lui e Vito rimane un po' troppo in sottofondo rispetto al resto.
"The seven ups" è comunque un ottimo poliziesco, senza un briciolo di umorismo, forse anche più crudo di "The french connection" ma con una trama meno ricca.

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