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Guida romantica a posti perduti

Regia di Giorgia Farina vedi scheda film

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La recensione su Guida romantica a posti perduti

di mm40
5 stelle

Allegra è una travel blogger sulla trentina, in procinto di partire per l'Europa; Benno è un giornalista inglese di qualche anno più vecchio, suo vicino di casa. I due si conoscono nella peggior maniera possibile: lui rientra ubriaco a casa, una sera, e si accascia sul pianerottolo davanti a casa di lei, che ha di conseguenza un attacco di panico: ricoverati entrambi. Una volta dimessi, lui si scusa e lei, scaricata dal fidanzato, gli propone di accompagnarla nel suo viaggio.

 

Sì: Giorgia Farina è un'autrice che non si muove senza una reale motivazione, una cineasta che imprime sempre alle sue opere (Amiche da morire, 2013; Ho ucciso Napoleone, 2015) un tocco personale e una vitalità evidenti, rischiando perfino di andare contro i gusti del pubblico; no: Guida romantica a posti perduti è un film realizzato con la dovuta e solita cura dalla regista, ma che latita tra luoghi comuni e facilonerie assortite frettolosamente per la gran parte della trama. Nella sceneggiatura firmata dalla regista e da Carlo Salsa, con la collaborazione di Heidrun Schleef, prevalgono suggestioni e strappi poetici in una visione nel complesso romantica – per l'appunto – della vita come un viaggio verso una destinazione remota, affascinante e dimenticata; con la scelta di una manciata di adeguate locations tra Italia, Francia e Inghilterra il road movie esistenziale è fatto. Un road movie alla ricerca di sé stessi, chiaramente, come la tradizione vuole, nel quale le piccole idiosincrasie del quotidiano personale vengono smentite dalla realtà: gli attacchi di panico e l'alcolismo dei due protagonisti sono correlativi oggettivi di un abbrutimento contemporaneo che solo il viaggio può annichilire portando alla (ri)scoperta e relativa accettazione dei propri limiti, della propria umanità. Poco importa se l'idea di formare la solita, ennesima 'strana coppia' è pretestuosa e se la tensione erotica tra i due pare più costruita ad arte che logica e implode malamente in un finale stereotipato alla enne: il grande classico canzone inaspettata – Pretty vacant dei Sex pistols – più scena di ballo disperato dei protagonisti. Pregi e difetti non mancano insomma in questo che è il quarto lungometraggio di Giorgia Farina, a quasi dieci anni dall'esordio documentaristico con Bello di mamma (2011); qui a disposizione della regista ci sono due protagonisti indiscutibili quali Jasmine Trinca e Owen Wilson (che, boutade, paradossalmente è quello che nel film realmente trinca), con ruoli di contorno per Edoardo Gabbriellini, Teco Celio, Irene Jacob e Andrea Carpenzano. 5/10.

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