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Assandira

Regia di Salvatore Mereu vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Assandira

di hallorann
8 stelle

L’obiettivo del romanzo Assandira di Giulio Angioni è la denuncia dei falsi agriturismi sorti negli anni novanta in Sardegna, come nel mondo. La deriva edonistica del turismo agropastorale. Salvatore Mereu utilizza la fonte fresca letteraria per mettere in immagini quel racconto. Lo fa con il consueto realismo intriso di spigolosità e verità che sempre lo ha contraddistinto come cineasta. Un cinema indipendente che sa autoalimentarsi delle proprie risorse, anche se codesto cinema chissà cosa potrebbe risultare con un budget ben più sostanzioso o dei collaboratori più prestigiosi. E’ sicuro che il quid, il valore aggiunto per Mereu in quest’opera è Gavino Ledda. Se ogni uomo è un’isola, Ledda è un arcipelago a sé, il suo volto un paesaggio aspro e arso dal sole. In Assandira interpreta il protagonista Costantino Saru, un pastore che parla prevalentemente in sardo e con Ledda la lingua diventa musica, identità, suono ancestrale. Romanzo e film si fermano agli anni novanta: creare profitto mettendo in scena la vita del pastore. Ma, come dice Costantino, fare il pastore è una cosa seria non un gioco. Eppure lui cede, per amore del figlio Mario rientrato dalla Germania con la moglie tedesca Greta. Si fa irretire da questo gioco innescato dal figlio e dalla nuora per rappresentare una condizione. La pellicola è un continuo confronto tra realtà e rappresentazione, Greta usa il suo corpo e la seduzione per raggiungere l’obiettivo del facile guadagno sfruttando la tradizione e lo stesso Costantino. Quest’ultimo quando scoprirà, prima da una polaroid indizio (l’autoscatto come rappresentazione narcisa), poi con i propri occhi “Sodoma e Gomorra”, deciderà di punire quella messinscena. Decisione morale, interpretazione estrema di giustizia, sacrificio doloso e doloroso per un padre. Gavino Ledda, icona e singolare figura di glottologo isolano, da ribelle di Padre, Padrone diventa simbolo della tradizione che si oppone alla sua profanazione. Il magistrato inquirente Pestis (interpretato con umiltà e grazia da Corrado Giannetti) diventa un interlocutore indagatore che gira intorno alla verità, fino alla fine si concede il beneficio del dubbio e quasi non ci crede, io a lei non la capisco. La conduzione dell’interrogatorio anomala e con la macchina da presa che scruta con discrezione i personaggi è un altro credito a favore di Assandira.        

 

locandina

Assandira (2020): locandina

 

Gavino Ledda, Anna König, Marco Zucca

Assandira (2020): Gavino Ledda, Anna König, Marco Zucca

 

Gavino Ledda, Corrado Giannetti

Assandira (2020): Gavino Ledda, Corrado Giannetti

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