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Il disertore

Regia di Florian Gallenberger vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Il disertore

di axe
4 stelle

Nel 1944, un convoglio militare tedesco, in Polonia, in marcia non lontano dalla linea del fronte, è fatto deragliare dai partigiani. L'unico superstite è il soldato Walter Proska, un militare non ideologizzato ma convinto che sia giusto dare il meglio di sè per la patria. Viene inglobato in uno scalcinato plotone di soldati demotivati, comandati dall'arido sergente Stehauf e stremati dalla guerriglia contro i partigiani locali, tra i quali combatte Wanda, una bella ragazza che Proska aveva fatto viaggiare clandestinamente sul treno prima del deragliamento. I due si ritrovano, si piacciono e fanno l'amore, dimenticandosi temporaneamente di tutto cò che li divide. Ma la guerra c'è sempre; poco prima dell'arrivo dei russi, Kurschner, un compagno di Walter diserta. Il protagonista è fatto prigioniero dal nemico, e poco dopo, grazie all'intervento di Kurschner - nel frattempo entrato nelle fila dei militari sovietici - liberato ed arruolato nell'Armata Rossa. Negli ultimi giorni di guerra ritrova Wanda, divenuta cantante, e progetta di fuggire con lei, ma non riesce ed i due si perdono di vista. Nell'immediato dopoguerra è impiegato a Berlino, ove, per conto delle autorità sovietiche, controlla documenti. Gli si chiede di impegnarsi per individuare ex-nazisti, ma Proska non collabora, credendo nella necessità di una riconciliazione. Casualmente, gli si presenta Stehauf, alla ricerca di un lasciapassare; egli è costretto a tradirlo per avere informazioni su Wanda, ma dei russi e di Kurschner non c'è da fidarsi. Ero curioso di vedere questo dramma d'ambientazione bellica; immaginavo che, come per altre opere prodotte in Germania ("Fuga Per La Salvezza", "Generation War"), raccontasse gli eventi dal punto di vista del popolo tedesco, magari con una certa indulgenza per lo stesso - facendo una netta distinzione tra nazisti e non - ma mantenendo contatto con la realtà. Purtroppo, non è così. La prima parte del film è poco credibile; man mano che il racconto avanza, esso si allontana, benchè tratto da un'omonima opera dello scrittore Siegfried Lenz riferita come autobiografica, da una plausibile ricostruzione storica. La trama ha una serie di colpi di scena legati a casualità che mi appaiono poco probabili, e men che meno convince la conclusione. Trovo strano, tra le altre cose, che un soldato della Wehrmacht ed una donna polacca - sofferente e rancorosa per il male che i tedeschi hanno fatto alla sua patria ed alla sua famiglia - s'innamorino perdutamente pochi minuti dopo essersi visti per la prima volta; che disertori tedeschi possano essere immediatamente accettati nell'Armata Rossa e benvoluti da ufficiali dall'aspetto bonario che li trattano quasi alla pari; che Walter si trovi casualmente nella base militare dove la bella Wanda si esibisce per i soldati sovietici, e, sempre casualmente, transiti per la fattoria del cognato e della sorella; che gli stessi disertori di cui sopra, appena conclusa la guerra, si vedano affidati ruoli di grande potere, di cui Walter approfitta ripetutamente ed, inizialmente, senza che alcuno chieda conto di ciò; che ad oltre dieci anni dagli eventi, dopo essersi sposato ed aver fatto due figli, il protagonista, scoperto, vedendo la TV, che fine ha fatto Wanda, un minuto dopo sia già al volante, pronto ad oltrepassare un paio di frontiere, di cui una è la "Cortina di Ferro". Forse, la lettura del romanzo aiuterebbe a capire qualcosa in più; la rappresentazione delle ambientazioni non aiuta. Nelle sequenze sul fronte est non si sente un colpo d'artiglieria, non si vedono colonne di fumo, nulla. Il livello della recitazione è nella norma. Il protagonista, interpretato da Jannis Niewohner, è un personaggio interessante, ma non ben approfondito. Gli eventi che vive dopo il deragliamento del treno lo portano a riflettere sulla reale portata delle sue azioni. Lentamente, si convince della negatività della guerra e della necessità d'impegnarsi per la sua cessazione e per la ricostruzione di una Germania migliore. Ma la sua "conversione" non è spontanea, bensì indotta dal compagno che aveva disertato prima di lui. Il messaggio, ripetuto quasi all'ossessione, su quanto sia brutta la guerra perchè costringe persone comune ad uccidersi a vicenda e su quanto sia semplice ricadere negli errori del passato, è pienamente condivisibile. La sua portata, però, è offuscata da un alone di irrealtà che si pone con nitidezza di fronte agli occhi di chi abbia una conoscenza, anche vaga, di quali odi, violenze e devastazioni si siano scatenati in Europa Orientale in quegli anni; è offuscata, altresì, dall'intreccio con la strana storia d'amore del soldato Proska e Wanda, poco credibile nella nascita, nello sviluppo e nel probabile epilogo. Nell'ultima parte del film, il sentimento di Proska si trasforma in un'ossessione, che porta ad un'ennesima inutile morte e chissà quali eventi. Apprezzo le intenzioni ed il messaggio; il resto non mi è piaciuto.

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