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Nella corrente

Regia di István Gaál vedi scheda film

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La recensione su Nella corrente

di alan smithee
8 stelle

locandina

Nella corrente (1964): locandina

VENEZIA 76 - CLASSICI RESTAURATI È estate e un gruppetto di amici si incontra per andare a nuotare al fiume. La giornata è bellissima, il caldo invita a buttarsi in acqua. Uno studente di medicina raggiunge i presenti in bicicletta e viene presentato al gruppo solidale e goliardico dalla sua amica. Si gioca, si mangia al sacco, si tentano approcci amorosi, si scherza lanciandosi la sabbia melmosa del grande corso d'acqua, placido ma pur sempre pieno di insidie.

Quando, ad un certo punto, una ragazza nota la mancanza di Gabi, uno dei ragazzi, l'ansia che gli sia successo qualcosa di grave sostituisce sempre più, man mano che le ricerche affannose non forniscono esiti concreti, l'ipotesi di un altro scherzo goliardico. Interviene la polizia ma la ragione di un annegamento finisce per prevalere su ogni altra spiegazione plausibile.

scena

Nella corrente (1964): scena

scena

Nella corrente (1964): scena

La spensieratezza di quel gruppo di ragazzi estroversi e gioviali svanirà, forse per sempre, coincidendo con una forzata, oscura forma di maturazione e nuova consapevolezza dell'effimero, sottilissimo filo esistenziale che ci tiene legati alla vita. Dal regista e sceneggiatore ungherese Istval Gaal, noto per I falchi (Premio della Giuria al Festival di Cannes nel 1970), "Nella corrente" sfoggia una disilvoltura vitale e quasi sfrontata nel rappresentare il candore erotico della prorompente giovinezza, che si intacca e compromette qualora la supposta disgrazia finisce per interrompere per sempre quell'idilliaco stile di vita. Lo spettatore, preso dagli entusiasmi giovanili della prima, gioiosa e giocosa parte, si fa trovare smarrito nell'individuare e ricostruire la personalità e la fisicità del Gaby scomparso, rendendo più palese e palpabile il disagio, l'angoscia ed il senso di colpa che si insinua poco per volta tra ognuno dei suoi sconvomti compagni di svago. Splendide scene di gruppo, riprese da lontano, fotografate in un luminoso, abbagliante bianco e nero. Una preziosa e rara opportunità di far proprio un film ed un autore piuttosto misconosciuti.

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