I fratelli Rabbino e Bandiera, tornando a casa dopo aver tentato di commettere un furto intravedono una ragazza che sta dormendo su un prato. Decidono così di portarla nella loro abitazione e qui le confidano di avere ucciso il loro padre, un anarchico sempre ubriaco che aveva condotta la moglie alla follia. Dal canto suo la ragazza racconta ai due di essere stata violentata da suo padre. Finiti in prigione ricevono le visite della ragazza ma la gelosia li mette uno contro l'altro.
Note
Un film brutale e poetico assieme, originariamente scritto da Pasolini e a lui dedicato dal suo collaboratore Citti. Lamberto Maggiorani, attore di "Ladri di biciclette", è il padre stupratore. Della serie: la morale neorealista non abita più qui.
“Tra fratello e fratello non metter donna!” Melodramma popolare, favola cupa, turpe, scritta con l’aiuto di Pasolini. Nel suo primo e forse miglior film i personaggi ‘scellerati’ sono magistralmente resi. Il padre muore ubriaco per colpa dei due figli Rabbino e Bandiera (Franco Citti e Laurent Terzieff).
Nella rarefatta poesia pasoliniana, l’anima popolaresca diventa una bizzarra forma di desolazione. La crudeltà diventa un grido lanciato nel nulla, che, casualmente, assume la forma di un canto stonato, cinicamente allegro, e grottescamente decorativo. I fratelli Rabbino e Bandiera si muovono in un assurdo coperto di stracci, in cui la fantasia è contorta nelle intenzioni, ma… leggi tutto
Il primo film di Sergio Citti è, per molti, il suo migliore. Secondo me, no. Pasoliniano fin nel midollo (difatti il regista friulano ha scritto, insieme a Citti, la sceneggiatura), del Pasolini poetico della "Terra vista dalla Luna", il film è ottimamente fotografato da Mario Mancini e si giova di alcuni ottimi interpreti, anch'essi superpasoliniani. Manca, però, a mio parere, un vero… leggi tutto
Il gusto (fortemente pasoliniano) per una certa patina stesa sulle meschinità e sulle bassezze della comune gente povera porta a spasso una storiella che ha francamente poco da dire o da insegnare. La tensione erotica nel trio dei protagonisti stanca ben presto, i dialoghi scarseggiano a favore di paesaggi, flashback, il tutto ben fotografato. Ma quando la noia vince su tutto c'è poco da fare. leggi tutto
TFF 41 - RESTROSPETTIVA SERGIO CITTI Quando i due fratelli Rabbino (Franco Citti) e Bandiera (Laurent Terzieff), criminali da strapazzo, fuggono verso casa dopo un tentativo di furto, si imbattono in una bellissima donna dai lunghi capelli biondi, che pare addormentata profondamente e vestita da abiti discinti, in un prato.
Accolti tutt'altro che con modi diffidenti dalla ragazza, i due…
L’ 11 ottobre 2005 moriva ad Ostia il romano Sergio Citti, fratello dell'attore Franco Citti, caso raro di regista e sceneggiatore proletario. Dotato di un personale tocco registico (spaziava con facilità…
Ci sono dei registi che hanno lasciato il segno nel nostro cinema ,un'impronta personale e contenutistica che merita di essere ricordata anche per le generazioni a venire.Sergio Citti ha sempre toccato temi di gente…
Il titolo non necessita davvero di molte spiegazioni. Il legame tra i fratelli è archetipico (pensate a Caino ed Abele ;-) e il cinema ci si è soffermato un'infinita di volte. Ci arrischiamo quindi in questo mare…
Nella rarefatta poesia pasoliniana, l’anima popolaresca diventa una bizzarra forma di desolazione. La crudeltà diventa un grido lanciato nel nulla, che, casualmente, assume la forma di un canto stonato, cinicamente allegro, e grottescamente decorativo. I fratelli Rabbino e Bandiera si muovono in un assurdo coperto di stracci, in cui la fantasia è contorta nelle intenzioni, ma…
Il gusto (fortemente pasoliniano) per una certa patina stesa sulle meschinità e sulle bassezze della comune gente povera porta a spasso una storiella che ha francamente poco da dire o da insegnare. La tensione erotica nel trio dei protagonisti stanca ben presto, i dialoghi scarseggiano a favore di paesaggi, flashback, il tutto ben fotografato. Ma quando la noia vince su tutto c'è poco da fare.
Il primo film di Sergio Citti è, per molti, il suo migliore. Secondo me, no. Pasoliniano fin nel midollo (difatti il regista friulano ha scritto, insieme a Citti, la sceneggiatura), del Pasolini poetico della "Terra vista dalla Luna", il film è ottimamente fotografato da Mario Mancini e si giova di alcuni ottimi interpreti, anch'essi superpasoliniani. Manca, però, a mio parere, un vero…
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Commenti (2) vedi tutti
Eccede in qualche scurrilità di troppo nei personaggi, seppur rimanga intriso di un pessimismo pasoliniano conturbante.
commento di Stefano L“Tra fratello e fratello non metter donna!” Melodramma popolare, favola cupa, turpe, scritta con l’aiuto di Pasolini. Nel suo primo e forse miglior film i personaggi ‘scellerati’ sono magistralmente resi. Il padre muore ubriaco per colpa dei due figli Rabbino e Bandiera (Franco Citti e Laurent Terzieff).
commento di marco bi