Regia di Steven Spielberg vedi scheda film
Spielberg e' capace di dirigere un blockbuster impressionante per budget ed impiego di mezzi, intervallando l'azione brutale con momenti consolatori di puro lirismo. E' la coscenza dell'uomo che non si rassegna all'orrore. Assistendo al massacro perpetrato nei campi di battaglia il pensiero ricorrente e' sempre quello, la follia della guerra, la sua inutilita', il dolore di chi resta sul campo e di chi e' a casa. Evitare luoghi comuni quando si parla di questo argomento non e' mai facile, gli unici che sono riusciti nel miracolo si chiamano Cimino, Coppola e Kubrick. Spielberg da buon ebreo prende posizione nel finale, omaggia la bandiera a stelle e strisce in un happy ending un po retorico ma che per osmosi genera disgusto proprio per quei valori che l'america intende celebrare. Questo non costituisce alcun problema, quando poi la messa in scena e' adrenalinica e coinvolgente, in grado di creare empatia fra spettatore e protagonisti(a tantissime comparse per attori diventati star poco dopo), capace di toccare le giuste corde. Girato nel '98 sembra almeno dieci anni piu' giovane. Memorabili tutti gli scontri a fuoco, uno in particolare resta scolpito nella memoria. Quando cala il portellone del mezzo anfibio ed inizia lo "sbarco mattanza" in Normandia, un pugno arriva dritto allo stomaco e toglie il fiato per i successivi venti minuti di proiettili e sangue. E sono li' davanti allo schermo, sbalordito. Pensavo di non potermi piu' impressionare dopo aver visto dodicenne Platoon. Mi sbagliavo.
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