Regia di Vincent Ward vedi scheda film
Film macchinoso e introspettivo sull’argomento della vita oltre la morte. Di sicuro non adatto a tutti, ma a menti acute e intelligenti, che abbiano un’infarinatura quantomeno generale sui concetti religiosi orientali di base e sul New Age.
I temi della metempsicosi e del grande potere della mente sono trattati in modo interessante e coinvolgente, sebbene non sempre chiaro ma piuttosto ammiccante e non approfondito come si dovrebbe e converrebbe.
La narrazione farraginosa e onirica sostiene sino alla fine una trama contorta che illustra che è la nostra mente a forgiare la realtà. Proiettiamo tutto quello che ci succede, condizionati dalle emozioni consce o inconsce.
Ritrovarsi all'inferno o in paradiso è tutto un riflesso di ciò che si ha dentro. Sono i traumi interiori o le cicatrici del cuore a determinare il mondo esteriore.
Un’opera dunque impegnativa, intuitiva e spirituale, con un ritmo un po’ altalenante; ambientazioni oniriche adeguate; scenografie splendide; effetti speciali non eccessivi ed efficaci; una storylinemalinconica ma avvincente; una messa in scena struggente, quasi teatrale; dialoghi brillanti; personaggi caratterizzati bene e cast ben scelto.
Bravo e intenso in modo particolare Robin Williams. Ancora una volta dà il meglio di sé in un ruolo perfettamente nelle sue corde: un uomo buono che, dopo essere deceduto a causa di un incidente, veglierà su sua moglie e cercherà di portarla via dal suo “inferno” dopo un infelice e tormentata morte da suicida.
Un piccolo capolavoro commovente denso di anima, pathos e significati oscuri da decifrare.
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