Regia di Ettore Scola vedi scheda film
Un film infelice, nonostante il cast. Le aspettative erano buone, ma sono deluse da almeno tre aspetti: 1) l’atmosfera è troppo triste, e si accartoccia su se stessa senza neppure mostrare una reale via d’uscita al menage depresso; 2) il continuo riferimento alla cena, all’andare avanti e indietro rispetto ad essa, sanno di espediente posticcio, è un po’ troppo ambizioso sotto il profilo drammaturgico, rispetto ai risultati; 3) la lunghezza è eccessiva, tanto la lentezza la fa da padrona.
Questo è un ritratto di ricchi disperati; di falliti, esistenzialmente parlando, che pure frequentano un’aria di successo del tutto esteriore, la quale comunque è fonte di invidia sotto il profilo sociale ed economico, ma che non basta a sanare la loro giustificabile insoddisfazione e tristezza interiori, che sono ciò che più conta nella loro vita.
Gassman è strepitoso; Tognazzi non sfigura affatto; Mastroianni e Trintignant fanno la sua parte discretamente, come al solito. Quanto meno, il film è impreziosito da caratteristi di valore, e da figure femminili interessanti, anche se è completamente centrato sulla critica al maschio, tremebondo e irrisolto, che non riesce ad andare oltre alla patente di perdente che si sente dare.
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