Regia di Ettore Scola vedi scheda film
Su una terrazza del centro di Roma si ritrova una congrega di intellettual(oid)i appartenenti alla borghesia radical-chic,che vive come un rito ciclico gli incontri in cui ognuno ha oramai un ruolo,e tra nevrosi e tensioni autocommiseratorie vanno in scena le disillusioni e i rapporti di amore-odio sviluppatisi tra i personaggi negli anni.Ettore Scola focalizza il suo sguardo sullo sceneggiatore a corto d'ispirazione Trintignant,sul produttore in crisi esistenziale Tognazzi,sul giornalista cinico Mastroianni,sulla storia d'amore tra il deputato del PCI Gassman e la moglie infelice di un pubblicitario Sandrelli,e sul funzionario tv depresso Reggiani.Ognuno ha il suo bagaglio di masochismo,tutti mascherano la noia con la brillantezza esibita e meccanica dei bon vivants,c'è chi si lascerà andare a una morte assurda e afferrata forse per cercare un senso alle cose:ma proprio quando si sta per buttare la maschera,ci si chiede perchè cambiare rotta alle garanzie dell'abitudine,e tanto vale farsi una cantata...Il tono è amaro come e più che in altre pellicole dell'autore di "C'eravamo tanto amati",il sarcasmo più mordace,nonostante la pellicola risenta decisamente della durata un pò faticosa di due ore e mezza,e che qua e là si senta troppo l'atmosfera di fine anni Settanta,che marchia il film invecchiandolo.Però i caratteri sono finemente costruiti,e i dialoghi saporitissimi:tra gli interpreti,quello che piace di meno è Trintignant(ma il suo personaggio è troppo nevrastenico e senza sfaccettature,difetto in fase di scrittura),e il più in palla è forse Ugo Tognazzi per la straordinaria gamma di tonalità che conferisce al suo produttore bistrattato.
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