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Arrapaho

Regia di Ciro Ippolito vedi scheda film

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La recensione su Arrapaho

di moviemaniac
8 stelle

Quando la spazzatura si fa opera d'arte e assurge al rango di icona cult. Talmente brutto, laido e volgare da risultare, alla fine, sublime. Geniale apoteosi della più smaccata demenzialità, nella totale sovversione di qualsiasi regola formale, etica, politica ed artistica.
Opera pop quasi dadaista nello spirito, seppur disastrosa dal punto di vista tecnico; ma non è ciò che conta, poiché l'intento reale, perseguito sino al limite più estremo, della famigerata cricca Ippolito/Squallor è quello di toccare i nervi scoperti del perbenismo e del conformismo sociale, di scardinare gli stilemi della civiltà occidentale e della Settima Arte irridendo l'elite snob della critica e del pubblico d'essai.
Il geniaccio degli Squallor (un nome, un manifesto d'intenti) è leggendario, e solo apparentemente frutto di sprovveduta improvvisazione: qui funge da collante tra le varie scenette, spesso sketches brevissimi ma di un'idiozia folgorante.
Si ride eccome, checché ne dicano certi moralisti da salotto con paraocchi d'ordinanza. Si ride in modo dionisiaco, lontani da ogni obbligo di facciata ed appar(ten)enza, in un tripudio di infantilismo greve e non-sense che non può che fare un gran bene alla mente involuta di molti piccoli adulti, afflitta da titaniche e indistruttibili sovrastrutture morali.
Gli sketches parodici degli spot pubblicitari anni '80 sono esilaranti, quanto sconcertanti per la loro spregiudicata e "sana" imbecillità.
Tinì Cansino, nella scena della cascata, ci fa esclamare, una volta di più, che Dio esiste davvero.
Soltanto il finale è inutile e tedioso, palesemente tirato via al solo scopo di raggiungere i 75 minuti di durata: tutto il resto è di una demenza che rasenta la perfezione, sfociando nella delizia visiva di un cinema "minore" ma segretamente prezioso che (ahinoi) non tornerà mai più.

Sulla colonna sonora

"La vita è un varieté
e 'o cazz è cumm 'o rré
e io ca so' guaglione,
t'o ronco 'stu bastone sott' 'a luna
puttana comm'a ttè."
Questo è solo un estratto (assai eloquente, anzichenò) da "O tiempo se ne va", canzone di punta del film. Il resto della colonna sonora è costituito da stralunati brani-parodia o sketches musicali improvvisati, insieme a brani strumentali di notevole efficacia. Non dimentichiamo che gli Squallor erano, in realtà, musicisti seri e di grande valore, i cui componenti hanno realizzato le più belle e celebri canzoni della musica italiana degli anni d'oro!

Cosa cambierei

Solo il finale nel teatro lirico, girato all'evidente scopo di allungare la durata del film sino ad un minutaggio dignitoso. Non avrebbe guastato, invece, qualche ulteriore scenetta comica, un ultimo guizzo di inventiva e di genialità per poter concludere questo piccolo capolavoro del trash in maniera davvero degna e memorabile!

Su Ciro Ippolito

Un mitico artigiano del cinema italiano di serie Z: suoi gli stra-cult "Alien 2 sulla Terra", "Uccelli d'Italia" (sempre con gli Squallor), e varie sceneggiate con Mario Merola. Qui la sua regia è praticamente inesistente, e si mette totalmente al servizio della comicità surreale, improvvisata e geniale degli Squallor.

Su Tinì Cansino

Dio esiste, signori !

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