Regia di Bernardo Bertolucci vedi scheda film
Premetto che "Ultimo tango a Parigi" per me è un assoluto capolavoro.
Aggiungo a ciò anche il fatto che mi sento in una sorta di "imbarazzo" a che commentare un film di tale livello perché mi ha trasmesso così tanto che non credo di essere capace di trasferire ciò che mi gironzola per la mente.
A partire da Brando: la sua figura è il nucleo del film. Ma non solo come attore protagonista. Come "essenza" stessa oserei dire. Quell'uomo quasi consumato eppur così carismatico e infuocato. Un uomo forte, ma che si sgretola e finisce per lasciarsi andare. Una figura complessa, dura, essenziale, profonda e forse ingenua a suo modo, ancora idealista, nonostante tutto. Brando in questa pellicola È. O forse è la pellicola ad essere Brando.
Ma la stessa Schneider ha un fascino particolare e intrigante; quello quasi arrogante della gioventù dove si osa, dove non c'è tabù, dove la bellezza è tale di per sé.
La forza dei loro dialoghi spezzati, le scene erotiche (pensiamo che il film è degli anni '70!) dense di passione, i loro silenzi caricano l'atmosfera di una forza narrativa incredibile che buca lo schermo e ci entra nell'anima. Non ci può lasciare indifferenti o apatici. Il loro modo di atteggiarsi alla vita e le scelte che faranno ci sconvolgeranno. La loro passione ci pervaderà. Il loro rapporto ci coinvolgerà in maniera assoluta.
Quest'opera è una pietra miliare e ogni parola è insufficiente per renderle il giusto omaggio e per evidenziare la potenzialità che contiene. Spero, almeno in piccola parte, di aver trasmesso il mio entusiasmo per questa pellicola e che possiate apprezzarla appieno.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta