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Balloon

Regia di Pema Tseden vedi scheda film

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La recensione su Balloon

di obyone
6 stelle

 

scena

Balloon (2019): scena

 

Venezia 76. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica.

I figli maschi del pastore Dargye, e della sua donna, Drolkar, giocano con dei curiosi palloncini sotto gli occhi del nonno che, nel colore bianco opaco, nella consistenza unticcia e scivolosa di cui sono sporchi e nella forma allungata anziché tonda, non riesce a individuarne lo scopo pratico, troppo spessi e affatto leggiadri, per volare morbidi nell'aria.

Il pecoraio e la moglie vivono nel continente cinese ed hanno raggiunto il limite massimo di figli concessi dalle autorità e dalle leggi del partito. Pochi particolari, come vecchi cellulari dotati di antenna, ci aiutano a collocare la storia durante gli anni '90. Siamo nel Tibet, ad essere precisi, e a conferma di ciò, oltre ai lineamenti dei protagonisti, ci solo i declivi pascolati dal gregge di Dargye che fungono da cassa armonica di una spiritualità radicata, simbolicamente raffigurata dalla sorella monaca del protagonista in visita alla famiglia. I palloncini bianchi, che i bambini hanno trovato sotto il guanciale, servivano a Drolkar per prevenire una gravidanza indesiderata non essendo in grado, lei, di placare l'irruenza dell'ariete di famiglia, come scherza maliziosamente mentre parla con una disinibita dottoressa cinese presso l'ambulatorio a cui si è rivolta per raccimolare altri preservativi. Drolkar non vorrebbe un altro figlio per non avere un'altra bocca da sfamare ed una somma consistente da rimborsare allo stato a titolo di multa. Ma i bambini sono bambini per cui i figli della coppia, individuate le bustine come preziosa merce si scambio, così da ottenere altri giochi dagli amichetti, scippano ancora una volta il capitale custodito sotto il cuscino. Oltre allo scandalo provocato nel villaggio, finito in una gogliardica e, per molti, divertente azzuffata tra capi famiglia, per il disonore provocato da tanta moneta, la povera Drolkar finisce per accogliere dentro di sé il seme libero e fecondo del marito. Il beffardo ciclo della vita e della morte mette, infine, il proprio zampino sulla delicata vicenda colpendo la famiglia nel momento in cui si profila una scelta dolorosa. Per la monaca tibetana la morte improvvisa e la fecondazione inattesa sono segno di una rinascita che trova esplicito avvallo nel lama consultato dal fratello...

 

scena

Balloon (2019): scena

 

PemaTseden mette in scena un racconto di profonda spiritualità in cui la morte e la vita si intrecciano e si alternano seguendo un sentiero ben preciso che richiama la benevolenza del karma. La rettitudine in vita lascia sperare in una rinascita favorevole, così la morte del capostipite e il concepimento avvenuto per una serie di cause favorevole (il furto dei preservativi) instillano nella famiglia la consapevolezza che il vecchio abbia vissuto una vita decorosa, perciò meritevole di un epilogo benevolo come la rinascita all'interno del nucleo famigliare appena lasciato. Se è vero che solo la perfezione consente di spezzare la catena delle reincarnazioni, una condotta moralmente consona può influire sul destino permettendo all'anima del defunto di ritornare alla vita nelle migliori condizioni possibili. Tale certezza, di cui è pervasa la filosofia buddista, porta alla mente il mantra profetico del maestro Kim Ki-duk nell'ascetico e doloroso "Primavera, estate, autunno, inverno... e ancora primavera". In quell'opera monumentale il vecchio maestro era tornato al tempio, nelle sembianze di un serpente guardiano, grazie ad un atteggiamento onesto e distaccato tenuto in vita. Così come il maestro poté tornare nel luogo di preghiera e meditazione che tanto amava così il vecchio padre di Dargye può tornare alla serenità della propria casa nelle nuove sembianze del bimbo concepito nel ventre di Drolkar. Nella prima parte "Balloon" sfoggia un insolito umorismo che si fa beffe del divario generazionale nel trattare il tabù sessuale. In effetti sentir parlare di spirali, metodi di contracezione ed esemplari da monta risulta piuttosto inusuale a queste latitudini. Il film tuttavia cambia direzione nella seconda parte quando la donna vorrebbe abortire ma si scontra con i famigliari contrari ad una pratica che allontanerebbe lo spirito del vecchio defunto dalla casa. Qui il film abbandona la leggerezza precedente per affrontare tematiche spinose alla luce della spiritualità locale e del pensiero femminile che spesso deve far fronte a problemi pratici di cui il maschio si lava le mani. Ma se gli uomini si immobilizzano davanti ad una scelta, incapaci di prendere decisioni, le donne non stanno a guardare approdando alla risoluzione del problema. Nella fattispecie il regista individua nella complicità tra cognate il giusto compromesso tra pragmatismo laico e fede religiosa. Tseden compie un ottimo lavoro soprattutto nella prima parte, nella leggiadra rappresentazione del nucleo famigliare; inciampa nella flebile introspezione della monaca, il cui passato rimane obnubilato da emozioni indecifrabili e risvolti non chiariti; infine dà l'impressione di affrettare la conclusione che nel finale non trova un simbolismo apodittico.

"Balloon" chiude con altri palloni: rossi, grandi e rotondi che che si muovono convulsi nel turbinio del viaggio in motocicletta. Uno esplode nelle mani dei bambini l'altro si libra in aria. La morte lascia spazio ad una leggiadra vitalità ma anche a qualche perplessità che il pubblico di Venezia ha esternato nel dibattito di fine film. Accolgo favorevolmente la spiegazione di Tseden che impartisce la propria lezione sul significato simbolico del palloncino che fluttua nell'aria. Simbolo di quella leggerezza derivante da una presa di posizione che toglie dal petto il peso dell'incertezza. Una delle plausibili chiavi di lettura di un finale che necessita una prolungata riflessione. Non c'è margine di errore, a contrario, nel desumere il biasimo, per quanto pacato, per un modello sociale consumistico ed arrogante che mette a repentaglio la sopravvivenza degli atavici costumi tibetani in favore del nel neo-liberismo comunista. Una finestra sul Tibet inconsueta e perciò assai interessante.

 

scena

Balloon (2019): scena

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