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Babyteeth - Tutti i colori di Milla

Regia di Shannon Murphy vedi scheda film

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La recensione su Babyteeth - Tutti i colori di Milla

di Furetto60
7 stelle

Drammatica storia d'amore. Dolce e straziante.

Milla Finlay, la strepitosa, Eliza Scanlen, quindicenne, grave malata oncologica, medita pensieri suicidi, sul ciglio di una banchina, mentre le passa davanti un treno locale, incontra o per meglio dire si scontra fortuitamente con un 23 enne  esuberante. Tra i due c’è subito chimica, si toccano, si esplorano, si accarezzano, saltando i consueti preliminari di conoscenza, scatta l’attrazione e per lei soprattutto è subito amore a prima vista.

Lui è Moses, uno sbandato tossicodipendente, che vive alla giornata, per strada, anche la madre lo ha bandito da casa. Dopo questo casuale evento, niente sarà più lo stesso. Il padre di Milla psichiatra, e la madre musicista, devono gestire la sua grave malattia e questa sua infatuazione pericolosa.

Tuttavia Milla è ebbra di gioia e scopre una nuova voglia di vivere malgrado le sue pessime condizioni di salute.

La regia divide la storia in capitoli che segnano sia le tappe principali della malattia di Milla, che quelle della sua storia d’amore. La prima volta in cui Moses si intrufola a casa sua, fino alla sua ricaduta e poi l’inizio della chemio, la calvizie, la parrucca, le compagne di scuola impertinenti e poco sensibili. Ogni titolo preannuncia in parte ciò che accadrà, ma lascia ampio spazio all’imprevisto. Viviamo con lei la quotidianità della sua vita, le vicende della sua famiglia. La madre combatte l’orrore per la tragedia della figlia, imbottendosi di psicofarmaci, il padre cerca di tenere la barra dritta, ma è stravolto intimamente, fragile e soprattutto solo. Il tempo scorre tra le scorribande di Moses e le lezioni di violino di Milla con un maestro affettuoso e forse anche antico spasimante della di lei madre, poi compare la nuova vicina di casa in dolce attesa, affettuosa, solare bisognosa di attenzioni, forse innamorata del papà di Milla, della quale non vediamo mai il marito o il compagno. Ogni capitolo, svela un aspetto della personalità sfaccettata di questa ragazza, la cui vitalità è tale da travalicare gli argini della sua malattia implacabile. Il suo modo di sentire la musica ne è un esempio: la maniera di ballare di Milla è spontanea e non segue schemi, si affida alle note chiudendo gli occhi, mentre la madre e il maestro la osservano in silenzio, Milla si libra nell’aria in una danza ipnotica. Anche il suo modo di concepire l’amore è profondamente istintivo e naturale, senza freni inibitori. Guarda ammirata il corpo di Moses devastato da piercing, tatuaggi e cicatrici, che significa trasgressione e fuga da una dolorosa realtà, ma anche scoperta di sensazioni “forti”. Si è innamorata di un ragazzo “problematico", in antitesi col suo ambiente benestante e borghese, un tipo sregolato e ribelle”, “disfunzionale” ma che forse proprio per questo calamita la sua attenzione, i genitori provano ad opporsi, ma poi capitolano, per poter regalare un ultimo soffio di felicità a Milla. Il tema dei “Cancer movie” declinato tante volte e in tante salse diverse, non prende le consuete strade della commiserazione e del pietismo, è sempre la vita ad essere celebrata, nonché l’amore. Bel film, bella prova attoriale

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