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La candidata ideale

Regia di Haifaa Al-Mansour vedi scheda film

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La recensione su La candidata ideale

di supadany
4 stelle

Venezia 76 - Concorso ufficiale.
Cambiamento è una parola importante. Malgrado in tanti ne parlino riempiendosi la bocca, non per ultima la politica italiana, in pochi mettono in atto iniziative propedeutiche al suo effettivo concepimento.
Fortunatamente, esistono individui mordaci che, pur trovando porte chiuse in ogni direzione percorribile, non smettono di lottare per erigere un futuro diverso.
Nel caso di The perfect candidate, un domani che veda le donne equiparate agli uomini.
Maryam (Mila AL Zahrani) è una giovane e volitiva dottoressa, costretta ad affrontare quotidianamente i pregiudizi degli uomini.
Dopo essere stata estromessa da un convegno a Dubai per questioni burocratiche, decide di andare contro le consuetudini candidandosi per entrare a far parte del consiglio comunale. Infatti, solo ricoprendo questo incarico potrebbe attuare le pressioni necessarie per dare il via all'asfaltatura della principale via d'accesso al pronto soccorso dove lavora.

 

scena

The Perfect Candidate (2019): scena


Dopo il deludente esito di Mary Shelley- Un amore immortale alla sua prima avventura internazionale, solo in minima parte mitigato da Dacci un taglio uscito su Netflix, Haifaa Al-Mansour torna in Arabia Saudita, alla ricerca di quel tocco magico e realistico che in La bicicletta verde le aveva garantito una sacrosanta notorietà (che già di suo avrebbe conquistato essendo così diventata la prima regista araba).
Solamente in pochi casi il nastro riavvolto ha riproposto un sound della medesima qualità e tra questi non compare neanche di striscio The perfect candidate.
Quantunque l'impegno civile sia sottolineato in tutte le sue mosse (anche negli intermezzi puramente riempitivi e sacrificabili di una banda musicale, malvista dagli islamisti radicali), l'arringa non sale praticamente mai in cattedra.
Di fatto, l'impalcatura è stabilita su una formula di sicurezza che non si assume rischi deflagranti, con un dispositivo semplificatore e una messa in scena decisamente piatta (purtroppo equiparabile a quella di un interscambiabile tv movie).

Un assetto troppo edificante e ripulito per incanalare come avrebbe meritato la giusta causa che con dignità perora, ravvivata da una rincuorante vittoria parziale e indiretta (impossibile anche solo per un attimo credere di arrivare a casa base), aprendo nell'orizzonte un'ipotetica possibilità di vedere un giorno un avvenire di altro tenore.
Flaccido e telefonato.

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