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Adolescentes

Regia di Sébastien Lifshitz vedi scheda film

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La recensione su Adolescentes

di supadany
8 stelle

Festa del Cinema di Roma 2019 – Alice nella città.

L’adolescenza è il periodo del ciclo vitale che contempla il maggior quantitativo di variazioni nel singolo individuo. In questa fase, la scuola richiede una prima scelta d’indirizzo verso i quattordici anni e un’eventuale seconda quando le biforcazioni del bivio sono due: università o mondo del lavoro. La famiglia è scombussolata dalle personalità in formazione, quando ogni novità è potenzialmente una fioritura incontenibile oppure una catena legata ai piedi, che trascina in un istantaneo sconforto. L’amicizia che, con i cambi di indirizzo scolastico, allontana le anime gemelle ma forma anche nuove frequentazioni, segnando nuovi inizi. Infine, la sessualità bussa alla porta, creando stimoli dapprima embrionali e poi infiammabili, assolutamente da (provare a) condividere.

 

scena

Adolescentes (2019): scena

 

Con Adolescentes, Sébastian Lifshitz srotola su pellicola la vita di Emma e Anais, racchiudendone il periodo che va dai tredici ai diciotto anni di età. Nonostante un’estrazione sociale con nessun punto in comune e personalità complesse, le due ragazzine sono amiche per la pelle.

Analogamente, saranno chiamate a effettuare scelte che le condurranno su percorsi tra loro lontani, con la speranza di ritrovarsi ma senza alcuna certezza che ciò effettivamente possa avverarsi.

Adolescentes è ufficialmente un documentario ma potrebbe essere tranquillamente scambiato per un film di finzione. Infatti, da una parte è cinema del reale senza concessioni e scevro da un qualunque tipo di additivo, ad esempio non contiene raccordi narrativi. Dall’altra, è clamorosamente fluido, pur senza ammettere alcuna didascalia, ha un corpo narrativo impeccabile, le protagoniste esprimono un’espressività da attrici navigate e ogni scena rappresenta un tassello perfettamente calzante tra il precedente e il successivo.

Già per queste caratteristiche, il lavoro di Sébastian Lifshitz è da considerarsi encomiabile. In più, è indispensabile ricordare che, dedicandosi al racconto dell’adolescenza e ai passi che guidano i giovani all’entrata nell’età adulta, è un contenitore di emozioni sincere, una guaina di reazioni viscerali da catturare al volo, un continuo ribaltamento di fronte, un po’ per i toni, un po’ perché quell’unica retta che all’inizio unisce Emma e Anais si divide in due. Anche questa suddivisione è orchestrata magistralmente, riuscendo a non accusare neppure un minimo trauma nella continuity, nonostante tra accelerate e frenate, curve e inversioni di marcia, ogni sequenza rappresenti un passo determinante.

Praticamente, ognuno di questi è considerabile come un reperto di un’anatomia complessiva (il film stesso), da tramandare ai posteri per far capire cos’è stata l’adolescenza in questo decennio ormai avviato alla conclusione, cosa voleva dire essere figli di borghesi (Emma) o di chi viveva alla giornata (Anais), crescere nella società dell’odio (delle immagini di repertorio riportano i drammatici attentati di Charlie Hebdo e del Bataclan) e assistere alle evoluzioni politiche (la famiglia di Anais parteggia per Marine Le Pen, quella di Emma osserva con distacco le elezioni che il 7 maggio del 2017 videro il trionfo di Emmanuel Macron).   

 

scena

Adolescentes (2019): scena

 

Infine, il colpo di grazia arriva in corrispondenza dell’epilogo, con quindici minuti semplicemente clamorosi. In questo frangente, l’intensità raggiunge l’apogeo, stabilizzandocisi senza alcuna fatica. Ogni incontro, che sia tra genitori e figlie o tra amiche, è un passo d’addio, un distacco contenente un retrogusto da ultima volta, con luoghi vissuti per tanti anni e che, con ogni probabilità, rimarranno esclusivamente in forma di ricordo, mentre il futuro è in rapido avvicinamento, con le sue incognite e opportunità.

Così facendo, Adolescentes sigilla una radiografia di fulgida bellezza e priva d’impurità, tanto naturale nel suo districarsi quanto ricca di nozioni, balzando di stagione in stagione, di anno in anno, da una famiglia all’altra, tra una discussione e una riflessione, con una limpidezza perpetua, come se il nettare di due vite fosse stato distillato sotto i nostri occhi.      

Definitivo.

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