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La chiave

Regia di Tinto Brass vedi scheda film

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La recensione su La chiave

di Furetto60
5 stelle

Un Brass un po' più artistico

 

Tinto Brass è considerato  il depositario dell'erotismo "soft-core"nel cinema contemporaneo.Nella sua lunga e fortunata carriera di cineasta, ha sfornato decine di film e lanciato tantissime attrici di bell'aspetto.Le storie che racconta sono minuscole per trama e sceneggiatura,pretesto per consentire a giovani e avvenenti ragazzine sconosciute ai più di esporre le proprie grazie e cosi cercare di entrare nello show business, accontentando un pubblico molto avvezzo a  guardare il sesso più che a praticarlo."La chiave" fa eccezione a questa regola,in quanto Stefania Sandrelli era già nota e apprezzata.Peraltro mi sembra di ricordare che anche Anna Galiena nel film "Senso 45"fece la stessa cosa, forse per rinverdire un successo che stava sfiorendo.In ogni caso questo è uno dei pochi lavori di Brass dove esiste una parvenza di storia.La perversione, o più magnanimamente diciamo la trasgressione, che è il tema fondante del cinema e della filosofia del regista veneziano, si consuma attraverso un diario su cui due coniugi confessano i loro tradimenti veri o finti, e grazie al quale dando sfogo alle loro fantasie, possono ritrovare e riprovare una libidine perduta. Diciamo che è il film più cerebrale di Brass e il meno "genitale"

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