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Una donna promettente

Regia di Emerald Fennell vedi scheda film

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La recensione su Una donna promettente

di M Valdemar
8 stelle

 

locandina

Una donna promettente (2020): locandina

 

 

La promessa della vendicatrice. Per conto terzi. (Apparentemente)

Donna, giovane, astuta, risoluta, sexy: lo sguardo (in)segue coordinate altre che rappresentano un piano su più piani dalla prospettiva spostata. Di là. Più in là. Laddove la classica missione che diventa ossessione è cucita su abiti assai meno frequent(at)i. Davanti e dietro lo schermo, in azione lateralmente e frontalmente. L'attacco è superbo, subito impietoso - di branchi bestiali riportati elegantemente alla maleodorante luce della loro codardia e bestiale essenza -, già in odor di pop e grottesco e stiloso e per questo del tutto possibile, probabile, vero. Al centro, in ogni inquadratura, dentro e fuori, ovunque - come fosse il riverbero intensissimo dell'esplosione di una stella remota decaduta, riflessa sui/dai lisergici dispositivi della macchina-Cinema - Lei. Cassie già Cassandra, mitologicamente votata al compimento di un destino (di)segnato altrove da altre che sono (in) sé - storie e sporche faccende e donne, e cose - e indissolubilmente/tragicamente legata a un evento, a un ricordo, a un feticcio. Uno stato della mente trasfigurato, attratto in maniera total(izzant)e verso il/la fine: animo svuotato, natura stravolta, canoni invertiti, quadretti (familiari: retrò; amicali: assenti; lavorativi: difformi; del quotidiano: devia(n)ti) che descrivono e modellano un'esistenza estirpata dal suo (per)corso naturale, prosciugata, sorpresa, sospesa. Sospensioni in divenire, presenze estranianti, svolte romantiche impensabili, stravolgimenti intuibili: nulla è lasciato (d)al caso, nel caos Cassie (si) crea ed evolve, regna e profetizza; infine, annaspa, annega, senza più tregua, senza più respiro, come se una mano vile e feroce le stringesse mortalmente la gola. Solo che la mano è la sua. È la nostra.

Tante le considerazioni che la visione di Promising Young Woman può suscitare, e non tutte di segno favorevole. È un'opera a tesi, dai tratti manichei, assai ammiccante, detestabile (specie se sei maschio, sicuramente se sei uno stronzo), dall'incedere schematico, una messa in quadro curatissima e al contempo acerba, presenta stereotipi e cliché, traiettorie iperboliche e provocazioni, e una narrazione che lascia più di qualche interrogativo, passaggi a vuoto, forzature, twist (and shout) forse un pochino implausibili. Ma ha anche dei difetti (che non si riscontrerebbero in modo così netto e intransigente in un "normale" prodotto analogo; pur se questo è anomalo, molto, per ovvi motivi). Tutto strumentale e necessario, imperfezioni e debolezze comprese, alla complessa/compressa, esemplarmente imperfetta costruzione del film che è/vive in Cassie. Debordante, dominante e dominata, un'irregolare che sa ammaliare e respingere, persona(ggio) dall'anima instabile e fragile, forte e fulgida, cascata (bionda) impetuosa e irrefrenabile che ha termine laddove le certezze sono perdute e le vedute sul futuro fumose, funeree. Corpo e voce e configurazione, tra il sublime e il sardonico, di Carey Mulligan, meravigliosa; testa e partitura e guida di Emerald Fennell, incendiaria.





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