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The Hunt

Regia di Craig Zobel vedi scheda film

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La recensione su The Hunt

di alan smithee
5 stelle

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Dodici sconosciuti riprendono i sensi nel bel mezzo di una vasta radura, senza serbare alcun ricordo che li leghi a quel luogo apparentemente sconosciuto, e senza sapere alcunché riguardo alla minaccia che incombe sulla loro incolumità. Infatti presti il film si organizza in sottrazione, presentandoci uno dopo l'altro gli sventurati, ed eliminandoli sul più bello, quando lo spettatore iniziava a familiarizzare con la vittima, iniziando a provare una certa empatia nei suoi confronti.
Finirà per sopravvivere chi saprà dimostrarsi tatticamente più astuto, sbaragliando anche coloro che fisicamente sembrano più portati a poter sopravvivere ad una carneficina che si consuma con ogni tipo di mezzo od arma.

La sfida finale andrà combattuta presso la dimora di una tenace manager, che si scoprirà essere al centro di tutta la vicenda al solo scopo di soddisfare la sua insaziabile voglia di emozione che ormai l'ordinaria vita da business-girl le ha completamente ricondotto all'assuefazione. 

Uno scontro tutto al femminile, spietato e all'ultimo sangue, ove le due regine vengono finalmente fatte salire sul podio che presto ne rivelerà la vera trionfatrice.
Alla sua quarta prova di regia, Craig Zobel, autore dell'interessante thriller Compliance e del più bolso e controverso Sopravvissuti, The Hunt si presenta come un dinamico survival-movie che gioca sul ritmo veloce e sull'incognita della ricerca del vero protagonista, che lo spettatore dovrà scoprire direttamente dall'esito dei primi agguati a sorpresa che inizieranno a decimare gli sventurati prescelti.
Il ritmo non manca, come nemmeno l'entrata ad effetto dell'unica vera star del cast variegato, ovvero la sempre grintosa Hilary Swank, che fa piacere ritrovare dopo troppo tempo di silenzio o sordina.

Le tiene testa molto bene, tanto da guadagnarsi il ruolo d sua antagonista bionda, la tenace Betty Gilpin, perfetta a rendere la furia animale che si impadronisce del corpo messo a dura prova da una serie di eventi efferati sadicamente organizzati per rendere più appetitosa la caccia in corso.
Zobel punta sull'effetto macabro a sorpresa un po' sulle orme di Eli Roth, sfornando un prodotto usa e getta che non resterà alla memoria, ma che si lascia guardare con una certa curiosità.
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