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Otto teste e una valigia

Regia di Tom Schulman vedi scheda film

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La recensione su Otto teste e una valigia

di degoffro
4 stelle

Commedia nera sgangherata e disastrata che si muove, con la delicatezza di un elefante, sul pericoloso e azzardato filo del grottesco surreale e folle e del cartoon irriverente e scanzonato, precipitando, malamente, in una farsa posticcia, confusa, grossolana, sovraccarica, per nulla divertente. Scritto assai male (anche perché l’idea di partenza è quanto meno deboluccia, uno scambio di valigie, una delle quali contiene appunto le otto teste di uomini uccisi dalla mafia, con gli ovvi e risaputi equivoci e malintesi) e diretto ancora peggio, senza un minimo di originalità o intuizione, dallo sceneggiatore premio Oscar per "L'attimo fuggente" Tom Schulman, qui al suo esordio come regista (autore degli script oltre che di "Mato Grosso" noioso action di John McTiernan con Sean Connery e "Il genio" insulsa commedia con protagonista Eddie Murphy, anche del simpatico "Tesori mi si sono ristretti i ragazzi" e dello spassoso "Tutte le manie di Bob") "Otto teste e una valigia" ha il fiato cortissimo, si ripete all'infinito e faticosamente (i vari personaggi che svengono ogni volta che vedono una delle teste del titolo), non ha una gag ispirata o veramente comica (o dovremmo ridere di fronte ad una vecchia sboccata ed arrogante che rimprovera Joe Pesci per il suo linguaggio scurrile, si lamenta continuamente per il figlio "senza palle" e finisce scaraventata da un furgoncino giù per la scarpata con la nuora che rimane incredula perché riteneva l'insopportabile vecchia immortale?!?), spreca il talento di un Joe Pesci annoiato e completamente svogliato, che vorrebbe ironizzare sui suoi più celebri personaggi di mafioso, ma pare solo, è proprio il caso di dirlo, un pesce fuor d'acqua. Il resto del cast poi è completamente anonimo ed incolore. C'è spazio per un'inutile citazione shaekesperiana di "Taxy driver" (uno dei personaggi, come Amleto, si rivolge ad una delle teste domandandole come De Niro "Dici a me?"), per una sequenza onirica in stile horror musical (Joe Pesci, dopo avere posizionato tutte e otto le teste su un comò, si sdraia su un letto per riposarsi, ma viene risvegliato bruscamente da un incubo in cui le teste iniziano a cantare e i loro corpi, come zombi riesumati, tentano di ucciderlo), per un birbante coyote che ruba le teste. Un’ora e mezza di noia assoluta (la sola gag mediamente riuscita, ma non nuova, è quella al controllo bagagli dell'aeroporto, quando i due responsabili si perdono nel verificare il contenuto anonimo di una borsa e non si accorgono subito che nella sacca precedente sono contenute due teste, ironia piuttosto simpatica ed inquietante su come possano avvenire i controlli agli scali), in cui il macabro non si concilia per nulla con l’ironia: l’ennesimo, sfiancante, esempio di film inutile e monotono.
Voto: 2

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