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Cambio tutto

Regia di Guido Chiesa vedi scheda film

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La recensione su Cambio tutto

di MisterBanjo75
10 stelle

La performance della Lodovini è impareggiabile, inimitabile! Fa da traino all'intero cast, molto valido. Lo dico con certezza perché: o Valentina è così nella vita, come nel film; oppure la sua non è recitazione, ma personificazione. Non scomodo il termine "incarnazione" per non essere marchiato di sacrilegio.

"Cambio tutto", un vaccino contro l'indifferenza
Ho sempre pensato che i continui remake dei film fossero un'offesa alla fantasia, alla creatività. Ma dopo aver visto "Cambio tutto" di Guido Chiesa, regista-sceneggiatore, e la sua protagonista Giulia, interpretata da Valentina Lodovini, in parte mi ricredo. Il copione si ispira a due commedie gemelle: la cilena "Sin filtro" (2016) e la messicana "Una mujer sin filtro" (2018). Non ho visto né l'una, né l'altra; per cui non dovrei azzardare paragoni. La performance della Lodovini, però, è impareggiabile! E fa da traino all'intero cast, molto valido. Lo dico con estrema certezza perché: o Valentina è così nella vita, come nel film; oppure la sua non è recitazione, ma personificazione. Non scomodo il termine "incarnazione" per non essere marchiato di sacrilegio. Qualora lei dunque (ripartendo dal film) fosse realmente così, non sarebbe difficile renderla felice: eccetto se, di conseguenza, le venisse detto che in "Cambio tutto" non ha proprio recitato. A ogni cosa, comunque, si può porre rimedio. Se invece così non fosse, non sarebbe semplice rintracciare aggettivi che facciano compagnia a impareggiabile. "Straordinario" lo usano già molti per molte cose, al punto che rischia di diventare "ordinario". "Inimitabile" è l'unico che sovrapporrei. La storia di Giulia è una storia di mancato ascolto e rumori all'eccesso; egoismi e frenesia; urla e silenzio; social media e superficialità, a volte simboleggiata dalla superficie del mare e da chi preferisce galleggiare, piuttosto che andare a fondo nelle dinamiche sociali. Giulia non rappresenta per niente il vintage di chi rifiuta la futilità, ammantata di novità, di amici, colleghi e parenti. È lei la novità, lei che nel conformismo digitale dilagante, insensibile e sordo, non si riconosce. E per ri-conoscersi decide di chiedere aiuto a un guru (Neri Marcorè), che funge da specchio: riflesso e riflessione, qui, hanno lo stesso obiettivo. Ma, come sappiamo, lo specchio ribalta orizzontalmente la figura; quindi è meglio la riflessione, onde trovare dentro di noi la soluzione (per tornare alla profondità e al mare). L'inizio della fine è la ribellione di Giulia: al figlio del compagno parassita e a quest'ultimo; all'amica, tutt'uno con smartphone e palestra, e alla sorella, micio-dipendente; al datore di lavoro, con tanto di harem, e a una nuova arruolata influencer da voltastomaco; al vicino di casa, chiassoso e invadente, quanto corpulento, e al cascamorto che, per strada, porge il saluto ai seni di Giulia; all'ex marito, prossimo a un nuovo matrimonio, ancora invaghito di lei, e a chi assimila le insolite reazioni della protagonista all'incidenza del ciclo femminile. In sostanza c'è un'umanità di frasi fatte, luoghi comuni e pregiudizi "di genere" che vediamo ogni giorno intorno a noi. Se proviamo a osservarla questa umanità, standone fuori, come in un documentario, sicuramente ci farà meditare e divertire: che poi è il risultato del film. Se invece ne facciamo parte e non riusciamo a liberarci, impariamo da Giulia/Valentina a dire basta, a esternare ciò che pensiamo sulle altrui schiavitù e ingordigie e, perché no, a dimostrare a noi stessi che rinunciare a una vita vecchia è la migliore terapia per una svolta, il migliore antivirus al contagio dell'indolenza, dell'accidia. Meglio di una dieta! Meglio di una lunga e bella lavata di mani, di braccia e di viso! Sarà un caso che l'anagramma di Valentina Lodovini è "lavandini notevoli"? Rimane l'amaro in bocca per una sfaccettatura, o forse due. La più spiacevole è la totale disfatta del 6° senso femminile, che se esistesse non vedrebbe fallire tante, troppe, relazioni. La seconda, meno sgradevole, è la scena in cui Giulia rincorre e acciuffa uno scippatore per recuperare il cellulare rubatole; e i presenti che assistono alla strapazzata del ladro, anziché aiutarla, la fotografano e la filmano. Probabilmente qualche spettatore si aspetta che prima o poi quelle immagini diventino virali nei social, e che la moderna eroina di "Cambio tutto" possa trovare finalmente la sua occasione, la sua rivincita. Ma non è così. Valentina/Giulia ri-vince in tutt'altro modo, perché lei desidera altro. Per scoprire cos'è, dovete guardare il film. Non è detto che riusciate a percepirlo. Io l'ho capito benissimo: provo a metterlo in pratica da sempre, accerchiato purtroppo da una eccedente insensibilità (a proposito di sesto senso decaduto). GP

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