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La parete di fango

Regia di Stanley Kramer vedi scheda film

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La recensione su La parete di fango

di Antisistema
6 stelle

Stanley Kramer è passato alla storia del cinema per essere stato prima produttore e poi regista di pellicole con argomenti di impegno civile che lo fecero lodare per la sua lungimiranza e visione progressista. Già all'epoca a dispetto del successo di pubblico, la critica (specie non americana), aveva molte riserve sul suo operato etichettandolo come regista furbo che sfruttava argomenti di attualità per cercare facili consensi. 
Ora, non voglio mettere in dubbio la sincera fede libertaria di questo regista, ma tendo a schierarmi con la critica che tende a svalutare complessivamente la sua opera per vari emotivi che a poco a poco esporrò. Avevo visionato in precedenza di suo solo Indovina chi viene a Cena (1967), che tranne per un paio di perfomance attoriali e per qualche discorso interessante, m'era sembrato il classico film sui diritti civili all'americana solo più sentito ed urgente (visto il periodo in cui uscì); così forte della visione del documentario I am not your Negro (2016), dove veniva citato il film La Parete di Fango (1958), decisi che era ora di vederlo. 

 

Tony Curtis, Sidney Poitier, Cara Williams

La parete di fango (1958): Tony Curtis, Sidney Poitier, Cara Williams

 

Kramer tramite l'evasione di due prigionieri; John Jackson (Tony Curtis) e Noah Cullen (Sidney Poitier), vuole fare un ritratto della società americana e del razzismo presente i nessa ovviamente condannandolo. In tutto questo vuole anche sviluppare il rapporto di convivenza forzata tra il razzista Jackson e il nero Cullen, che essendo impossibilitati a scappare via per via della catena che li unisce, devono per forza collaborare insieme. 

La metafora è semplicissima, la catena rappresenta la nazione americana e questo sta a significare che per quanto bianchi e neri si possano odiare, alla fine sono costretti ad una convicenza forzata poichè vivono nella stessa nazione e quindi l'unica possibilità per rendere possibile tutto questo, è il recriproco superamento delle proprie diffidenze e del proprio odio. 

Purtroppo come farà nel successivo Indovina chi Viene a Cena, la denuncia di Kramer è scolastica e pedante; il didascalismo abbonda e più che ad un film, certe volte sembra assistere ad una lezioncina anti-razzista sulla necessità della reciproca coesistenza. I due protagonisti non sono spinti mai al limite delle loro possibilità; se Tony Curtis riesce in parte ad emanciparsi dai soliti ruoli che aveva nelle commedie (anche se forse era meglio convincere Robert Mitchum ad interpretare il ruolo, che rifiutò pare perchè non voleva lavorare con un "nero"... idee razziste disdicevoli a parte, questo suo pensiero avrebbe contribuito ad offrire al personaggio una costruzione più squadrata e profonda, proprio perchè frutto della visione dell'attore), Sidney Poiter invece offre un ritratto abbastanza stereotipato dell'uomo di colore; seppur nel film il suo personaggio dica di essere stufo di essere sfruttato e di calare la testa innanzi alle angherie che ha subito nella vita, non si percepisce mai l'intrinseca rabbia nel suo tono di voce... in sostanza Poitier è il nero che i bianchi vorrebbero vedere, ma non quello che i neri giustamente si aspettano da un personaggio che nel corso della sua vita, ha subito di tutto e di più dalla società. 

 

Tony Curtis, Sidney Poitier

La parete di fango (1958): Tony Curtis, Sidney Poitier

 

Baldwin in I am not your Negro, critica una particolare sequenza del film; cioè quella del treno con i due evasi che devono saltarci sopra, Cullen ci riesce, Jackson no e quindi il primo decide di saltare giù da esso. Questa scena secondo l'intellettuale fece infuriare alla grande il pubblico nero e rassicurò il pubblico bianco. Non sarei così drastico nel giudizio, visto che il comportamento di Cullen scaturisce da una positiva buona azione che Jackson fece nei suoi confronti in precedenza, ma riporto tale considerazione perchè sintomo di una ipersemplificazione che sembra propria del cinema di Kramer. 

 

Tony Curtis, Sidney Poitier

La parete di fango (1958): Tony Curtis, Sidney Poitier

 

Il film in effetti è un pò assurdo, poichè il regista sballotta qua e là Jackson e Cullen, tra le rapide del fiume, nel fango, sotto la pioggia, nelle paludi e sotto una calura insopportabile che spaccherebbe anche una pietra; ma risulta incapace di sbozzare un contesto sociale di personaggi interessanti. 

Jackson è bianco razzista, ma capisce che il nero non è diverso da lui; Cullen invece è il nero come lo vediamo noi bianchi (nonostante a parole si dica arrabbiato contro la società), gli abitanti del sud sono poco più che barbari razzisti dalla mentalità chiusa, il capo della polizia è un individuo integgerrimo e di alti sentimenti civili, mentre i suoi subordinati tutti stronzi e infami che vorrebbero far sbranare i due protagonisti dai cani. 

Kramer mette al centro il problema, ma risulta incapace di analizzarne le origini; la questione non è il mero razzismo, ma un sistema economico e sociale che impedisce sia al bianco che al nero di potersi realizzare nella vita, quando invece saranno sempre sfruttati da chi sta più in alto di loro che li relegherà a mansiomi infime e degradanti per pochi soldi. 

E' inutile una messa in scena sporca e veritiera, se poi l'analisi risulta scolastica ed estremamente didascalica e con l'aggravante di non avere personaggi spinti all'estremo delle loro emozioni e dei loro caratteri. In sostanza, a differenza dei film di impegno civile nostrani dell'epoca, molto politici certo (anche troppo), ma anche incisivi, cattivi e che colpiscono nel segno; questo di Kramer è il tipico film cerchiobbottista; liberal di sinistra progressista ma non troppo; il nero si lagna giustamente della sua condizione ma non eccessivamente perchè altrimenti il pubblico benpensate si urta; i bianchi sono squadrati (o stronzi razzisti o buoni) e la sensazione che alla fine le forze sane della società riusciranno a correggere le storture in essa presenti; in sostanza un prodotto che non è vero cinema, poichè vuole accontentare tutti e scontentare nessuno. 

Buoni incassi all'epoca, orso d'argento per Poirtier e molte nomination agli oscar tra cui per miglior film, regia e per i due attori protagonisti. Lascio a vuoi la scelta se vederlo o meno, è un film sicuramente sentito, ma anche invecchiato, ma tutto sommato un pò meglio del tanto osannato Indovina chi Viene a Cena. 

 

scena

La parete di fango (1958): scena

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