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La casa del terrore

Regia di Scott Beck, Bryan Woods vedi scheda film

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La recensione su La casa del terrore

di Furetto60
4 stelle

Horror scarsino, adatto solo agli appassionati del sotto-genere "torture porn"

Siamo nella notte di Halloween, la giovane Harper, alias Katie Stevens, reduce da un passato doloroso, da una sua casa degli orrori infantili e con un fidanzato alcolizzato e violento alle calcagna, si accompagna all’amica del cuore e dopo aver trascorso una serata in discoteca con gli amici, tutti a caccia di svago e di emozioni, decidono di proseguire la serata e di infrattarsi, in una misteriosa casa ai confini della campagna, convinti di prendere parte a un gioco simil escape-room. C’è all’ingresso un uomo vestito da clown che non proferisce parola, ma consegna delle istruzioni sulle regole del “gioco” facendo firmare delle liberatorie e imponendo loro di lasciare i telefonini in una cassetta all’esterno, per l'intera durata del giro.

 I ragazzi entrano entusiasti, ma subito si imbattono in una donna travestita da strega, che uccide in modo truculento, quella che si presume essere un’attrice, quindi per finta, ma la scena sembra troppo realistica, per non essere vera. Quando poi il gruppo si divide fra due possibili percorsi, iniziano ad accadere fatti strani e inquietanti: una delle ragazze scompare, un'altra si ferisce un braccio. Come se non bastasse, alcuni artifici, sembrano confezionati su misura per turbare, con precisione chirurgica i ragazzi, colpiti nei loro punti deboli, nelle loro fobie personali. Quando il gruppo riesce a ricongiungersi, i cinque assistono ad una scena allucinante: la strega ripete quanto fatto poc’anzi, tuttavia questa volta la vittima è proprio la loro amica, scomparsa in precedenza, che viene uccisa con un attizzatoio ardente. Una parete di vetro li divide dal set e non possono quindi intervenire. A questo punto, ì I teenagers, hanno finalmente piena contezza di essere nei guai, prigionieri di un autentico labirinto di orrore, dolore e morte. La progressione di raccapriccianti set-contesto è abbastanza incalzante e claustrofobica e il  film riesce, tutto sommato, a creare un minimo di atmosfera angosciante, ma in sostanza  non propone niente  di nuovo, anzi è del tutto derivativo, sono adoperati tutti gli abituali e logori cliché, che hanno fatto la fortuna al botteghino di questo sotto-genere del cinema horror: personaggi stereotipati, la protagonista con traumi del passato, il belloccio eroe di turno, la bella e svampita, stanze  anguste irte di trappole e trabocchetti, da cui sbucano  assassini mascherati. I due registi, nonché sceneggiatori del film, usano dinamiche consuete, condendo però la storia con un’efficace fotografia e con musiche appropriate. Consigliato solo agli appassionati del “torture porn"

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