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Phenomena

Regia di Dario Argento vedi scheda film

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Stefano L

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La recensione su Phenomena

di Stefano L
8 stelle

 

Opinioni piuttosto differenti su quello che è considerato dai critici l’ultimo classico di Dario Argento. Personalmente penso si tratti di un buon horror, degnamente girato ed interpretato, con maliardi elementi di visionarietà e filosofia kafkiana. Sottovalutato ma non privo di apodittici difetti, "Phenomena" ha un prologo analogo a quello di "Suspiria": abbiamo una Jennifer Connelly (già intensa e affascinante) in trasferta in un collegio di Zurigo (o da quelle parti) in cui si aggira uno spietato serial killer che fa strage di ragazzine, ovviamente sfigurandole in maniere alquanto macabre. Jennifer, inizialmente estranea ai ferali avvenimenti, soffre di sonnambulismo, e una notte, mentre vaga in uno dei boschi delle vicinanze, trova uno dei guanti dell’assassino grazie all’aiuto di una mosca. La fanciulla infatti gode di capacità extrasensoriali, le quali le permettono di instaurare un feeling di comunicazione telepatica con gli insetti. Questa dote viene riconosciuta e confermata dal ricercatore scozzese John McGregor (Donald Pleasence, doppiato ottimamente da Sergio Graziani), professore disabile che con l’aiuto di una cordiale scimmietta indaga sul caso da diverso tempo. Sarà lui a suggerire alla protagonista di servirsi delle sue virtù per scovare il maniaco omicida; i freaks, come sempre, sono rappresentati con ambiguità ed una certa complessità del loro quadro psichico. Mai buoni o cattivi in senso assoluto, possono usufruire delle proprie doti per fare del bene o del male, ma senza essere etichettati con un moralismo spicciolo in conseguenza delle corrispondenti azioni. Per questo suo modo parecchio deviante ed inconsueto di descrivere i personaggi Argento era sicuramente apprezzabile; viene sciorinato, inoltre, un impiego diligente e puntiglioso nelle riprese effettuate con steadycam e cinepresa mobile su gru, attraverso le quali si firmano suggestioni cinematografiche di robusta cospicuità, sia durante gli stremati inseguimenti che nelle veglie antelucane della Connelly... La colonna sonora, ormai conosciutissima dai fan e non, spazia dai suoni del sintetizzatore di Claudio Simonetti a quelli delle chitarre heavy metal di gruppi ed artisti del calibro di Goblin, Bill Wyman (Rolling Stones) ed addirittura Motorhead e Iron Maiden. I primi beneficiano di alcuni segmenti montati brillantemente, mentre gli altri qualche volta danno un’impronta “alla Mtv” un po’ frastornante, che potrebbe far storcere il naso ai puristi di un orientamento più sobrio della messa in scena; a conferire un tono “feroce” e pauroso agli spezzoni finali interviene ugualmente il trucco acceso e cadaverico esaltato dalla fotografia forse un tantino abbagliante ma congeniale di Romano Albani (specie in riferimento all’attrice/compagna dell’autore Daria Nicolodi, davvero inquietante..). Peccato solo per le frammentarie recite over the top caratterizzanti le risvolte conclusive... Un Mistery & Thriller di tutto rispetto quindi, più gore che splatter, che può piacere o meno, ma il quale identifica secondo gli estimatori la decisiva perla di saggezza del nostro assertore internazionale del brivido.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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