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West Side Story

Regia di Steven Spielberg vedi scheda film

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La recensione su West Side Story

di supadany
8 stelle

Largo ai giovani. Loro sono il nostro futuro, saranno i protagonisti del cambiamento che verrà, del mondo che sarà, ma potranno ricoprire questo ruolo con profitto solo se prima troveranno chi saprà istruirli sul da farsi, istradandoli sulla retta via, incanalando le loro pulsioni, quelle rivendicazioni che giustamente richiedono a gran voce. Dei saggi che sanno trasmettere messaggi e soprattutto come esporli, per fare in modo che siano comprensibili anche ai sassi (ergo, chi fa orecchie da mercante, chi è duro di comprendonio, chi ha difficoltà oggettive), forti delle esperienze passate che li hanno formati, in grado di valorizzare il nuovo che avanza senza anteporre la loro sopravvivenza (quando qualcuno sale, altri devono per forza scendere lasciando spazio libero da rioccupare).

Ebbene, con questa nuova versione di un classico qual è West Side story, il fresco settantacinquenne Steven Spielberg tiene un’autentica lectio magistralis, un disinvolto esercizio di altruismo, dinamismo e vigore, scoprendo nuovi talenti come riesce solo ai giganti, per poi metterli nelle condizioni ideali per esprimere al meglio le loro qualità, stendendo con umiltà e dedizione un red carpet  con vista sul successo.

Quelle condizioni che i protagonisti del film non hanno mai - nemmeno parzialmente - conosciuto, abbandonati come sono al loro triste destino, considerati corpi estranei, irrecuperabili e quindi dimenticati/dimenticabili.

New York, anni ’50. Gli Sharks e i Jets sono due gang rivali - la prima composta da immigrati europei, la seconda da portoricani - in perenne conflitto tra loro.

La situazione deraglia definitivamente quando Tony (Ansel ElgortBaby Driver, Colpa delle stelle) e Maria (Rachel Zegler - esordiente) s’innamorano, scatenando la rappresaglia di Bernardo (David AlvarezAmerican rust), il leader dei Jets e fratello di Maria, che sfida Riff (Mike Faist - Panic), il migliore amico di Tony.

Mentre la resa dei conti s’avvicina inesorabilmente, Tony e Maria pianificano un futuro diverso, posticipato per tentare di evitare il peggio tra i due gruppi. Tony interverrà cercando – inutilmente - di stemperare gli animi. Maria non cambierà posizione nonostante il pressing di Anita (Ariana DeBose - Hamilton), la compagna di Bernardo, nonché sua grande amica.

I loro sogni sono appesi a un filo.

 

scena

West Side Story (2021): scena

 

Nel bel mezzo del mare magnum di remake che ci travolge da anni, la rivisitazione di West side story predisposta da Steven Spielberg è una mosca bianca, un unicum, una nuova speranza che deve fare i conti con una realtà limacciosa e sordida, dimostrando come il musical scritto a suo tempo da Leonard Bernstein, Stephen Sondheim e Arthur Laurents sia una storia senza tempo, drammaticamente assorbibile ancora oggi, quando sono trascorsi ormai cinquant’anni dalla prima versione filmica siglata da Robert Wise e Jerome Robbins.

L’architrave è costituita da una situazione di base scandita da un’acerrima rivalità tra due fronti contrapposti e da un amore tanto totalizzante quanto fulminante nel suo essere istantaneo, che infrange ogni tacita regola di suddivisione impermeabile tra le parti in conflitto. In entrambi i casi, le circostanze specifiche assumono connotazioni universali.

Per quanto concerne la faida insanabile, siamo di fronte a una rappresentazione liquida di come la capacità di ascolto sia fatalmente compromessa quando le parti in causa sono separate da un odio ormai incancrenito, da posizioni calcificate dai pregressi, con una miccia troppo corta per essere tagliata in tempo, una condizione aggravata nei bassifondi, laddove le minoranze non sanno nemmeno immaginarsi un futuro, finendo fuori controllo al primo soffio di vento, mentre le trasformazioni sociali non concedono spiragli, macinando un progresso che non si fa problemi a lasciarsi alle spalle i più vulnerabili.

Passando alla relazione sentimentale, si dimostra come l’amore non conosca guinzagli ma anche che non possa estraniarsi dall’ambiente in cui scaturisce, dovendo confrontarsi con stringenti logiche deterministiche.  

Più in generale, West Side Story si catapulta nella mischia, tra veroniche e intersezioni, affinità e diffidenze. Scende nelle strade accendendo il microfono per dare voce a chi di solito non la ha, marca il territorio portando continuamente fieno in cascina, grazie a un innato senso del ritmo, a un tonificante amalgama tra le componenti e i complementi, che consente di instaurare e mantenere timing praticamente perfetti nonostante gli sbalzi emotivi siano diffusi e percussivi.

Fondamentalmente, gli spezzoni musicali intervengono con limpida immediatezza, ampliano il respiro incanalando quanta più energia possibile, aumentano la trasmissione delle emozioni senza intaccarne la purezza. Un risultato conseguito in virtù della visione ad ampio raggio di Steven Spielberg, autorevole e contestualmente umile, al gioco di squadra messo a terra insieme – tra gli altri - al sodale direttore della fotografia Janusz Kaminski, senza scordare l’apporto di chi, come Rita Moreno, aggiunge l’esperienza maturata nel passato.

Un impianto armonizzato e sintonizzato, che serra i ranghi coadiuvando il vento in poppa, una congiunzione astrale che mette i giovani protagonisti nelle migliori condizioni per potersi esprimere. In tal senso, spiccano le attrici, con Rachel Zegler e Ariana DeBose sugli scudi, armate di occhi luccicanti e sagittabondi, ricolme di trasporto e con movenze palpitanti.

 

Ansel Elgort, Steven Spielberg, Rachel Zegler, Ricky Alvarez, Ariana DeBose

West Side Story (2021): Ansel Elgort, Steven Spielberg, Rachel Zegler, Ricky Alvarez, Ariana DeBose

 

Per quanto detto, il giudizio su questa nuova versione di West Side Story è estremamente positivo, cosicché Steven Spielberg ne esce trionfante su due banchi di prova, che lo vedevano confrontarsi con un testo sacro, oltreché già pluripremiato/consacrato, e un format, qual è il musical, che non perdona niente a nessuno, salvo rare eccezioni (vedi La La Land). Un risultato pregevole, che sopraggiunge plasmando una membrana pulsante e volteggiante, costellata di teppisti accecati dall’odio e fanciulle passionali, senso di appartenenza e distanze incolmabili, teste calde e cuori palpitanti, prerogative e tendenze, esclusi dal progresso e chi sogna a occhi aperti, aperture e impennate, zuffe e imposizioni, chi si perde in un bicchier d’acqua per questioni di futile orgoglio e chi vorrebbe semplicemente avere un’occasione per dimostrare di non essere un emarginato cronico.

Trascinante e collettivo, sfolgorante e aerodinamico.

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