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Zio Adolfo in arte Führer

Regia di Castellano & Pipolo vedi scheda film

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La recensione su Zio Adolfo in arte Führer

di will kane
2 stelle

C'è poco da fare,al pubblico degli anni Settanta e Ottanta Celentano sullo schermo piaceva, e piaceva tanto,e bastava il suo nome in cartellone che i biglietti si staccavano e gli incassi volavano:altrimenti come giustificare il ventesimo posto nella classifica del box-office del 78/79?Primo grosso risultato al botteghino per l'associazione Molleggiato-Castellano & Pipolo, sembra rifarsi alla comicità di Villaggio filone Fantozzi,per la metodologia cartoonesco-surreale con cui vorrebbe suscitare il riso nei ripetuti attentati falliti ad Hitler da parte del gemello anarchico Gustav, che a differenza dell'asservito Hermann,già prestigiatore, combatterà sempre il Reich.A parte che si parla di cose purtroppo molto serie,anzi gravi,ma c'è modo e modo di arrivare a creare dell'umorismo su una tragedia storica(il che non vuol dire nè dileggiarne le vittime,nè essere superficiali,anzi,vedi Chaplin e Benigni), il film proprio non funziona per niente, quel che vorrebbe essere surreale è uggioso,non c'è praticamente progressione narrativa, il copione presenta più buchi che virgole, e il numero di Amanda Lear che rifà la Dietrich è buono tutt'al più per occupare cinque minuti di un varietà di terza categoria dell'epoca,mentre Celentano paga le pecche di un progetto costruito irresponsabilmente addosso a lui,ma senza una minima indirizzazione di sorta.

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