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Tolo Tolo

Regia di Checco Zalone vedi scheda film

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Marco Poggi

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La recensione su Tolo Tolo

di Marco Poggi
3 stelle

A Checco chiudono il sushi bar, in Puglia, così scappa in Africa, dove scopre la difficile vita degli abitanti costretti a emigrare in paesi stranieri come l'Italia a causa delle razzie dei soldati. Laddove le commedie africane con Fabio Fazio e Giobbe Covatta falliscono, Checco Zalone trionfa con la sua simpatia e le sue canzoni, ma...

All'inizio di questo film, al povero Checco Zalone chiudono il sushi bar, in Puglia, così scappa in Africa, dove scopre la difficile vita degli abitanti costretti a emigrare in paesi stranieri come l'Italia a causa delle razzie dei soldati. Laddove le commedie italo-africane "POLE POLE" con Fabio Fazio e "MUZUNGU" con Giobbe Covatta falliscono, Checco Zalone (qui anche regista di sè stesso, oltre che interprete e sceneggiatore del film), trionfa con la sua simpatia e le sue canzoni (fra cui spicca la hit alla Celentano "Immigrato"); peccato che si rida poco di pancia e si sterzi, a un certo punto, sul road movie alla Gabriele Salvatores, o nel film di denuncia in stile Gianni Amelio (e ciò non è sempre cosa positiva). Divertenti le comparsate del cantante Nicola di Bari (nelle poche scene girate in Italia e nel ruolo, atipico,, del papà malaticcio del protagonista) e di Barbara Bouchet (che interpreta una cliente del ristorante africano, dove va a lavorare Checco), anche se ancora mi stupisce che in un  prodotto  Mediaset compaiono trasmissioni di La7, come il telegiornale di Enrico Mentana e "NON E' L'ARENA" di Massimo Gilettii. Se a Natale si cerca qualcosa di diverso dai cinepanettoni, sempre targato Italia, ecco è questo, anche se davvero non fa ridere e vuole far sopratutto pensare,..pensare che si premia una commedia dove, al massimo si sorride amaro, piena di africani che sognano l'Italia, il paese delle opportunità, e dove il protagonista, invece, sogna di starsene il più lomtano possibile dalla patria ingranta. Dategli una chitarra e un regista, la prossimna la volta, personalmente sono deluso dal film così deluso che mi vado a rivedere "ZUCCHERO, MIELE E...PEPERONCINO", dove sì la polizia e la sexy giornalista Edwige Fenech scambiano  il pacioso Lino Banfi per un superlatitante  assassino, un macellaio che cornifica la moglie Dagmar Lassander, frantuma i testicoli di un Pippo Franco in abiti femminili (ma amante della moglie che l'ha pure messa incinta) e un taxista impersonato da  Renato Pozzetto ha uno stravagante rapporto col suo taxi...Si riderà della bassa, ma almeno si ride!

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