Regia di Galder Gaztelu-Urrutia vedi scheda film
Ho guardato il film incuriosito dai moltissimi commenti positivi di amici e dal fatto che, tutto sommato, l'idea mi pareva meritevole. Ne sono uscito abbastanza deluso.
Si deve necessariamente premettere che non è facile di questi tempi realizzare un film fantascientifico-distopico interessante e diverso dalle centinaia di pellicole già presenti. Uno dei successi più recenti in tale direzione è senza dubbio Snowpiercer (2013), del sud-coreano Bong Joon-Ho, recentemente venuto alla ribalta per il pluripremiato Parasite (2019). E, non a caso, L'Hoyo a Snowpiercer deve tanto.
Analogo è il tema principale, il contrasto sociale tra ricchi e poveri, sviluppato in questo caso lungo l'asse verticale e non lungo quello orizzontale. Da Bong Joon-Ho, Gaztelo-Urritia prende in prestito, poi, l'inserimento di momenti grotteschi nel mezzo della narrazione: i due detenuti nella piscina gonfiabile durante la discesa e il dialogo con "il saggio" sulla panna cotta ricordano, come idea, il momento della pausa per il capodanno durante la battaglia epica di Snowpiercer.
Purtroppo, però, a differenza di Snowpiercer, L'Hoyo è molto meno brillante. Il tema è, infatti, tanto interessante quanto navigato: la strutturazione della società capitalista odierna lascia una buona fetta di popolazione in condizioni di indigenza, costringendola ad una vera e propria guerra tra poveri senza redenzione. L'uomo è incapace di autoregolarsi, tant'è che anche coloro che hanno vissuto nei livelli inferiori, quando si trovano nei livelli più alti, scordano le sofferenze ed il disagio patito e si comportano come bestie, mangiando ed arraffando tutto quanto riescono.
Purtroppo, la trattazione del tema è tanto banale che si inizia ad annoiarsi dalla metà dove il già evidente richiamo all'universo cristiano (impossible non notare come l'Hoyo e i suoi livelli traggano ispirazione dall'inferno dantesco) viene ulteriormente rimarcato per via del fatto che molti ospiti del Buco chiamino "Messia" Goreng durante la sua discesa (la similitudine con il Cristo è anche nell'aspetto con la scena in cui Goreng è ricoperto di sangue che ricorda chiaramente "La passione di Cristo", senza contare che l'ultimo piano è il 333, numero che richiama i 33 anni di Cristo). Cristo che scende sulla terra, predica e non ottiene altro se non la morte per mano degli uomini che ha provato a salvare e che, nonostante tutto, nonostante il "messaggio", continueranno ad agire come hanno sempre fatto.
Chiudo con una domanda: ma, se è possibile risalire utilizzando la piattaforma, perché nessuno ci ha mai provato? Non ci ha mai provato nemmeno Miharu (la ragazza col coltello che cerca la bambina)? Mistero.
In sintesi, se avete un'ora e mezza che non sapete come passare, guardatelo. Se dovete scegliere e avete qualche minuto in più, guardatevi Snowpiercer.
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