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Prayers for the Stolen

Regia di Tatiana Huezo vedi scheda film

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La recensione su Prayers for the Stolen

di MrCarrey93
9 stelle

 

 

Ci sono luoghi, in questo nostro mondo, in cui le filastrocche dell'uomo nero, che nel cuore della notte viene a rapirti tirandoti giù dal letto, non sono filastrocche ma realtà con cui fare i conti e di cui avere gli incubi notte e giorno. Ci sono luoghi in cui la vita se si mette di traverso comincia a smantellare sogni e aspirazioni. In certi luoghi del mondo quando il cuore si contrae svuota sassi.


"Prayers for the Stolen" film messicano, firmato da una regista salvadoregna qui al suo primo lungometraggio di fiction (ma successivo a svariati documentari e corti improntati su tematiche civili e umanitarie), ci porta in un villaggio rurale in ginocchio tra le montagne del Messico e il cartello della droga garante di traffico di essere umani, povertà e conseguente sfruttamento nei campi di papaveri. Al centro un racconto di formazione, la storia di Ana, l'infanzia, l'amicizia con altre due bambine, le cure di una madre sola, in un mondo che tiene la femminilità sepolta sotto al fango, lontana dal fiuto dei predatori.
Preyers for the Stolen non è un film che cerca un approccio romanzato per mostrare quanto ha da dire, l'impianto è incline ad una sensibilità documentaristica ed è svincolata da facili moralismi. L'autrice, a buona ragione, ritiene che il modo migliore per restituire una rappresentazione il più vivida possibile di certi contesti sia quello di fare piombare lo spettatore nella quotidianità di una famiglia attraverso lo sguardo di una bambina, condividendone i dubbi, i silenzi per acuire l'udito nel discriminare i rumori circostanti, condividendo un universo intimo parallelo in cui rifugiarsi per poter giocare liberi, condividendo la sensazione di ignoto, i brividi che solcano l'epidermide al perenne stato di allerta, la tensione implacabile, che è l'attesa dell'inevitabile.

 

Registicamente il film è potentissimo, girato in maniera clamorosa, meravigliosi gli scorci paesaggistici verdeggianti al cospetto delle dure montagne rocciose, che sembrano appositamente erette affinché non sgorghi via una sola goccia del male che sono tenute a contenere nelle loro vallate. La fotografia è ancora meglio, sempre nitida, dominata da tonalità plumbee come la roccia e con dei neri profondissimi, come i bellissimi occhi della piccola Ana.
Cinema verace senza cedimenti, fatto di volti autentici. Indimenticabile.

 

 

Su MUBI.

 

scena

Prayers for the Stolen (2021): scena

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