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Tenet

Regia di Christopher Nolan vedi scheda film

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La recensione su Tenet

di YellowBastard
6 stelle

Indipendentemente dall’emergenza sanitaria, causa l’attesa dovuta ai suoi continui (e pubblicitatissimi) rinvii, per la fama (imperitura) del suo regista, per la (ansiogena) crisi di dipendenza da Cinema di questi ultimi mesi e per la (quasi) totale mancanza di eventuali concorrenti, Tenet, l’undicesimo film di Christopher Nolan, era l’evento cinematografico dell’anno già prima della pandemia ma ora, dopo mesi di spasmodica attesa, sembra si sia trasformanto in una specie di Sacro Graal per gli esercenti di tutto il mondo, un ignoto e fantasmagorico oggetto del desiderio il cui malsano bisogno cresceva di giorno in giorno, condizionando tutto e tutti.

Ma alla fine di tutto, dunque, Tenet si è rivelato davvero come tale per il cinema?

 

Tenet (film) - Wikipedia

 

Economicamente dati i tempi, probabilmente sì ma cinematograficamente ovviamente no.

Anche perchè era improbabile che lo fosse davvero, in quanto semplicemente opera del marketing della Warner per creare un’evento transmediatico tale da costringere il pubblico ad andare al cienma a vederlo sfruttando proprio la pandemia e il lockdown a proprio favore, e creando quindi sia l’attesa che il bisogno e quindi il contesto necessario al proprio successo.

Ma al di la di queste operazioni prettamente pubblicitarie (e di successo) che cos’ è veramente l’ultima pellicola di Christopher Nolan?

 

Probabilmente Tenet è un film ancora più nolaniano dello stesso Nolan (e in questo senso i Nolabani non potranno che adorarlo, volenti o meno), come se gli fosse scappata un pò la mano portando alle più estreme conseguenze tutto quello che cinematograficamente lo contraddistingue, sia nel bene che nel male (e in questo senso chi non è nolabano probabilmenete non lo apprezzerà particolarmente, volente o meno).

 

Una delle frasi che probabilmente verrà citata in quasi tutte le recensioni e quando la scienziata dice a Il Protagonista (nomen omen) di “non cercare di capire tutto ma di percepire invece quello che accade” ed è una buona chiave di lettura (oltre che di vita) per apprezzare veramente la pellicola, ovvero di non sforzarsi troppo di capire tutto (in modo che alla fine tutto torni) e di godersi invece semplicemente l’esperienza (o il viaggio) per quello che è, senza cercare ad ogni costo il dettaglio nascosto o l’invenzione particolare che porti la pellicola ad un livello più elevato, più “autoriale”.

Perchè non c’è.

E questo Nolan lo sa bene e te lo dice fin dall’inizio.

 

Tenet delayed indefinitely by Warner Bros. - The Verge

 

Cinematograficamente elaboratissimo e di alto livello, Tenet è semplicemente un film di genere che non si vergogna affatto di essere tale (al contrario di molti che invece cercheranno qualsiasi cosa che lo elevi al di sopra di un comunissimo film di spionaggio), una pellicola prettamente action, seppur a suo modo, che per due ore e mezza non concede un attimo di tregua, con il piede spinto sull’acceleratore dall’inizio alla fine (o dalla fine all’inizio?).

E, almeno in questo aspetto, il film fa decisamente bene il suo lavoro.

 

Da tempo fan del personaggio di 007Nolan realiza così la sua personalissima versione dell’agente segreto di Ian Flemming, un James Bond però decisamente sotto steroidi ma che riprende, personalizzandoli, molti dei suoi elementi più basici, dagli scontri a mani nude agli inseguimenti in auto tanto spettacolari quanto improbabili (e che l’elemento fantascientifico del film eleva a verosimilmente impossibili) con contorno di sparatorie ed esplosioni, bellissime donne da salvare e abbietti megalomani da fermare, abiti di alta sartoria (natualmente Old British) indossati con eleganza e battute sarcastiche pronunciate nei luoghi più esotici e/o caratteristici del pianeta.

E, ovviamente, un mondo intero (anzi, molto di più: il suo passato, presente e futuro) da salvare ovviamente all’ultimo secondo.

 

E in fondo l’elemento fantascientifico inserito nel film serve proprio a questo, non per dare alla pellicola un contesto più adulto o maturo (per quello è sufficiente il seriosismo nolaniano) ma per portarne l'aspetto più ludico ad un livello più grande e quindi più spettacolare, più esagerato, più accattiva per il pubblico e Tenet in questo è un film imponente, grandioso e profondamente ambizioso, animato dal desiderio di stupire lo spettatore ad ogni costo.

 

Tenet”, un Nolan da cineteca da vedere al cinema - ilNapolista

 

Il film si pregia anche di alcune prove attoriali di sicuro interesse e se da una parte Robert Pattinson si dimostra più in “ruolo” riaspetto a Denz...ops, pardon... John David Washington il meglio di sè lo preserva nei ruoli secondari grazie a personaggi sfacetatti e quindi più intriganti, soprattutto quello di Elisabeth Debicki, in un ruolo tra l’altro molto simile (e ripensandoci, anche troppo simile) a quello della serie TV The Night manager tratto dal romanzo di John Le Carré con Tom Hiddleston e Hugh Laurie ((anche quì una storia di spionaggio e, a dire il vero, certe similitudini non si limitano soltanto al personaggio della Debicki) e, a seguire, anche Kenneth Brannagh (specie all’inizio, poi anche il suo magnate russo cade abbastanza grossolanamente negli stereotipi di genere).

 

Ma Nolan non è in grado di fare un film semplice e senza pretese, ecco quindi ricorrere ancora una volta alle sue ossessioni e se in molti hanno visto una certa affinità con Inception, e a un livello tecnico, di impostazione e di come è strutturata la pellicola è effettivamente vero, a livello concettuale mi ha riportato invece con la mente a quel piccolo (grande) capolavoro cinematografico che è stato Memento nel quale fondeva con inedita perizia memoria, tempo e racconto sfruttandone il montaggio (e la scrittura, un elemento fondamentale di Memento, anche se si tende spesso a dimenticarlo, è stata proprio la sceneggiatura) per giocare con il pubblico e con la sua percezione di ciò che vedeva (o che credeva di vedere) sullo schermo.

 

Anche Tenet non è poi così dissimile ma con alcune differenze.

E se in Memento lo spaseamento temporale dello spettatore si palesava come un semplice trucco di montaggio, appunto un “prestigio” cinematografico perfettamente riuscito, in Tenet invece si palesa direttamente nel racconto e tale scelta narrativa, come anche stilistica in quanto conseguenza programmatica propria di quella scelta, si rivela sorprendentemente criptica e ingarbugliata, penalizzata nel suo volerlo rendere parte integrante della storia, e rendendo quindi  tale spaesamento nello spettatore drammaticamente reale, un parossismo che assomiglia molto a un esercizio onastico del regista ma che nella sua frastornata grandiosità serve solo ad evidenziare una certa fragilità d’insieme, tra un montaggio frenetico, una colonna sonora a dir poco aggressiva (probabilmente l’elemento del cinema di Nolan che più mi infastidiscei) e un bombardamento sensoriale tale che però non riesce a nascondere completamente le sue effettive incongruenze. Temporali o meno che siano.

 

Tenet, alcuni dettagli per comprendere meglio il film - Wired

 

VOTO: 6,5

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