Regia di Tomonori Sudô vedi scheda film
Fate/Stay Night: Heaven's Fell-2 Lost Butterfly è un film d'animazione giapponese del 2019, diretto da Tomonori Sudo.
L'opera attualmente è viibile su Netflix.
Sinossi: Il liceale Shiro Emiya è rimasto suo malgrado coinvolto in una temibile faida fra maghi, denominata Guerra del Santo Graal, al punto da dovervi partecipare il qualità di Master. Il ragazzo in precedenza ha assistito impotente alla presunta scomparsa del suo Servant (spirito di un guerriero leggendario che ha l’obiettivo di difendere il master) tuttavia non può ritirarsi dallo scontro e per proteggere le persone a lui care stringe nuove alleanze con alcuni temibili rivali…
Fate/Stay Night: Heaven’s Feel II. lost butterfly è il secondo capitolo della trilogia dedicata al celebre franchise Fate/Stay, avviata nel 2017 da Ufotable e diretta con estro da Tomonori Sudo.
Nella recensione inerente al primo capitolo evidenziavo subito un grosso problema in riferimento alla difficile fruizione del film, in quanto rivolto quasi esclusivamente ai conoscitori del franchise; scelta voluta dalla produzione giapponese tuttavia in Italia questa vitale informazione è stata omessa dai distributori, i quali l’hanno pubblicizzata come opera a sé stante quando in realtà non lo è.
Tale problema onestamente persiste ed alcuni passaggi del film risultano ancora troppo contorti e confusionari (diciamo che un riassunto iniziale avrebbe giovato); detto questo però l’impegno messo in campo da Ufotabe è talmente maestoso da rendere l’opera estremamente godibile anche a chi -come il sottoscritto- non conosce nulla di questo complesso ed affascinante universo ed il merito è da assegnare a tutto lo staff di Ufotable che sono riusciti a realizzare un film sia raffinato sia fiammeggiante, coadiuvato da una sceneggiatura cupa ed incredibilmente matura.
La prima cosa che salta immediatamente all’occhio dello spettatore è il già accennato apparato visivo che tocca vette difficilmente imitabili.
L’estetica dell’opera si basa sulla perfetta commistione di un’animazione classica 2D alla CGI accompagnata da oggetti 3D realistici ed un laborioso lavoro di post-processing [insieme di tecniche utili a migliorare immagini 2D e 3D in seguito all’elaborazione e riproduzione delle stesse].
Intrigante poi il contesto fantasy-orrorifico perfettamente inserito in uno scenario realistico-contemporaneo e a tal proposito gli autori hanno optato per la tecnica del fotorealismo (alla Makoto Shinkai), regalandoci quadri animati meravigliosi; la città di Fuyuki risplende in ogni sua inquadratura, ricchissima di particolari richiamando esplicitamente la città di Kobe.
Continuando ad esaminare il comparto tecnico risulta degno di nota l’operato di Tomonori Sudo che propone un approccio registico diversificato.
Le scena d’azione sono articolate e abbaglianti; il regista mette in scena scontri travolgenti, caratterizzati daesplosioni di luci dark-pop ed inserti macabri e visionari ripresi da una camera i cui movimenti sono spasmodici e dinamici, il tutto alternato a situazioni di stasi utili a drammatizzare al meglio la situazione, e a proposito si segnala un uso intelligente dello slow-motion.
Valide altresì le sequenze non-action, dove prevale una regia elegante ricca di campi lunghi e totali, pillow-shot e macchina da presa fissa; scelte utili ad evidenziare ed enfatizzare la bellezza delle ambientazione e contemporaneamente smorzare una tensione crescente e palpabile.
Addentrandoci nei particolari è doveroso soffermarci su due momenti singolari.
Nella parte centrale, ad esempio, il film si incanala un po’a sorpresa sui lidi del classico slice of lice adolescenziale presentando quello stile elegante precedentemente citato, soffermandosi sulla quotidianità ed apparente felicità dei protagonisti destinata però a sgretolarsi sotto i colpi di un fato crudele.
Notevole altresì la sequenza in cui la co-protagonista Sakura Mato sembrerebbe essere immersa in un mondo magico-surreale stile Alice nel paese delle meraviglie ma in realtà è succube di una forza oscura e sta compiendo nella realtà un vero e proprio massacro uccidendo civili su civili; situazione che richiama un certo cinema horror tipicamente giapponese (J-horror) con una sorta di fantasma che compare e scompare ad intermittenza.
Fate/Stay Night: Heaven’s Feel II. lost butterfly è supportato inoltre da una sceneggiatura matura in grado di affrontare tematiche scottanti come lo stupro, addirittura incestuoso. Rilevante il lavoro sull’introspezione dei protagonisti, i quali sentono eccome il peso del loro ruolo e non sempre riescono a gestire nei migliori dei modi la pressione; nel corso della storia si troveranno costretti ad affrontare di petto decisioni difficilissime che riguardano la salvaguardia della vita di persone a loro care.
Complessivamente affascinante anche la storia generale fitta di misteri e complotti mentre l’unico aspetto rivedibile è la nascente storia d’amore tra i due protagonisti, forse troppo legata a certi canoni tipici del genere shojo anche se a tratti, bisogna dirlo, stupisce in merito alla tensione sessuale non troppo velata (la protagonista viene ripresa mentre è in procinto di masturbarsi).
Secondo capitolo assolutamente riuscito e nonostante l’opera sia in generale rivolta a chi già mastica un po’il franchise, ha dalla sua una serie di elementi magniloquenti tali da conquistare anche un pubblico generalista.
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