Regia di Woody Allen vedi scheda film
Due studenti, Gatsby e Ashleigh, hanno in programma di trascorrere un weekend romantico a New York. Il loro progetto però svanisce presto, veloce come la pioggia che spazza via il bel tempo. Separati quasi subito, ciascuno dei due piccioncini vivrà incontri fortuiti e situazioni insolite.
Dopo la pausa del 2018, un'annata orfana di un film diretto da Woody Allen che non accadeva dal 1981, il cineasta di New York torna al cinema con questo “Un Giorno di pioggia a New York” ritrovando in parte la brillantezza di un tempo.
Su una sceneggiatura dall’intreccio vivace e dotato di buon ritmo viene raccontata la storia di una coppia dai caratteri diversi (tra i più recenti è in analogia con Magic in the Moonlight) che a seguito di tutti gli eventi trascorsi vengono portati a riflettere sulla loro vita e sui rapporti.
Il Plot potrebbe portare ad un trattamento sicuramente più complesso e “pesante” ma Allen sceglie la strada della leggerezza che a mio avviso si rivela vincente.
Film ricco di dialoghi e che, nonostante le battute non siano ai livelli delle sue grandi commedie del passato(e cosa che francamente dopo più di cinquant’anni di carriera non mi sento di pretendere), sono comunque ricercate e sottili e spesso con riferimento alle passioni culturali dell’autore.
La regia è molto ispirata, Allen muove spesso la macchina da presa nello spazio dell’inquadratura, spesso con carrellate in avanti che passando tra i piani cercano il volto o il corpo dell’attore/attrice. Si passa anche ad inquadrature più aperte sfruttando lenti grandangolari che più di una volta vanno in contrapposizione con gli angoli degli edifici creando un contrasto estetico interessante dal punto di vista della costruzione dell’immagine.
A proposito di immagini Vittorio Storaro offre quello che considero il suo miglior lavoro in collaborazione con Allen, nonostante il bellissimo gioco di colori nel precedente "La ruota delle meraviglie" qui si apprezza una misura e una sobrietà nel dinamismo dell’uso della luce e del suo effetto cromatico che vanno a raffinare e a supportare le scelte registiche.Classe infinita.
Film piacevole e leggero ma allo stesso tempo raffinato e dinamico, con personaggi ben caratterizzati in un sceneggiatura solida. Il miglior Allen dai tempi di Blue Jasmine.
Voto:8
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