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No Time to Die

Regia di Cary Fukunaga vedi scheda film

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La recensione su No Time to Die

di EightAndHalf
4 stelle

In Skyfall una donna gli sparava e lui cadeva, in una delle sue tante morti, da un ponte. In No Time To Die, un uomo gli spara su un ponte, lui se ne accorge come se l'avesse sfiorato un moscerino, e poi si tuffa in bungee jumping

Basterebbe questo a dire quello che il team di Fukunaga ha fatto con il mito Bond, un'opera di restaurazione quasi reazionaria, nonostante voglia far credere a delle Bond girl di nuova dignità - e con pochi sguardi ce l'aveva già Eva Green/Vesper - e a dei risvolti narrativi che ambiscono alla dissacrazione - e su Skyfall se ne sono già dette abbastanza di cotte e di crude. Un eroe che torna tutto d'un pezzo, senza macchia e con un'ormai insolita facilità all'azione, un eroe romantico che è romantico nella maniera più bieca e monodimensionale, nella maniera in cui gli spettatori amano farsi raccontare ora. D'altronde lo dice anche Rami Malek (nemico efebico di plastilina ma bruciacchiato, dopo gli impetuosissimi Bardem e addirittura Le Chiffre), che la gente vuole solo l'oblio, farsi dire quello che vuole. Il finale di No Time To Die vuole far credere il contrario, e in realtà Fukunaga ci prova per tutto il film, a "confondere" buoni e cattivi (entrano in un pub che si chiama Good vs Evil); ma è un giochetto di un'inezia inenarrabile, come se nessun personaggio di James Bond avesse mai fatto il doppio gioco, o come se non fossimo mai stati costretti a dei traumi nell'intera saga - tra cui quello ricordato in macchina all'inizio del film. 

Per non parlare della grana grossissima dei giochetti citazionistici, sparati alla rinfusa senza criterio per galvanizzare il fan, o dell'azione impersonale che - in pochissime occasioni per quasi tre lunghissime ore - cerca di sollazzare con montaggi frenetici e coreografie scialbe. Perché il problema del film, anche a sorvolare sulle intenzioni di sceneggiatura, è che è diretto da un mestierante su commissione, che in Bond non trova alcuna gioia né soddisfazione. Un film-macchina, che aspira al cosmico (il Male nell'etere con un nemico che si chiama Liuzifer; un'arma nano-robot che ammazza con il DNA; l'amore assoluto che riscrive le leggi del mondo-Bond; un cattivo ucciso dopo una battuta razzista) ma che è completamente indefinibilmente incontrovertibilmente sconsolatamente senz'anima.

 

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