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Anche se il mondo finisse domani

Regia di Yuhei Sakuragi vedi scheda film

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AndreaVenuti

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La recensione su Anche se il mondo finisse domani

di AndreaVenuti
7 stelle

Anche se il mondo finisse domani, Yuhei Sakuragi, 2019.

Lungometraggio d'esordio del giovane Yuhei Sakuragi interamente realizzato in Smart CG Animation, nuova tecnica animata presa in prestito dal settore videoludico.
 
Sakuragi si presenta al suo primo film con un cv di tutto rispetto, visto le sue passate collaborazioni con Shunji Iwai (Hana to Alice satsujin jiken) e Hayao Miyazaki (Kemushi no Boro, cortometraggio) -in entrambi i casi si è occupato delle sequenze in CGI- ed il talento nell'opera in esame non è difficile da individuare ma sicuramente ci sono vari aspetti da limare.
Anche se il mondo finisse domani è un lungometraggio godibile con diversi spunti d'interesse ma contemporaneamente palesa l'inesperienza del regista soprattutto in fase di scrittura (ha curato pure la sceneggiatura).
L'opera essenzialmente prova a coniugare melò adolescenziale alla Shinkai (ma con molta meno introspezione) ad un contesto fantasy tra mondi paralleli e scenari post-apocalittici.
 
La parte drammatica fortunatamente non è troppo mielosa, anzi a metà film troviamo una bella ed inaspettata svolta narrativa, però complessivamente risulta poco incisiva.
 
Il frangente fantasy invece per quanto derivativo mantiene un certo grado di suggestività ma anche in questo caso scenari ed ambienti sono solamente abbozzati (meritavano maggiore attenzione).
Continuando con le "critiche" ci terrei ad evidenziare un avanzamento narrativo troppo frettoloso con sviluppi troppo elementari tuttavia Sakuragi è riuscito con estrema maestria ad inserire alcuni elementi in grado di avviare riflessioni stimolanti.
Innanzitutto pensiamo alla principessa della Tokyo parallela, figura quasi divina venerata dalla popolazione peccato però sia solo un burattino il cui peso specifico è pari a zero, manovrata da un gruppo politico d'élite (i dignitari); ogni riferimento alla figura dell'imperatore è puramente casuale. Sakuragi sei un birbantello.
 
Il richiamo imperiale non è l'unico punto d'interesse; nel corso del film assisteremo ad alcune morti e una di queste viene attribuita, almeno secondo l'opinione di alcuni soggetti, al troppo lavoro. Quindi stiamo parlando del karoshi, una piaga sociale difficile da eliminare (soprattutto nel settore animato dove gli animatori sono sfruttati da matti).
Volendo fare gli splendidi, il regista presenta pure una comunicazione mancate ed errata tra padri e figli. Grande classico.
Infine impossibile non menzionare l'apparato tecnico.
La rappresentazione degli scenari visivamente è sublime e richiama senza troppi giri di parole il fotorealismo di Shinkai.
Valida anche la regia, elegante e ricercata: il film si apre con un piano sequenza in soggettiva di un bimbo che cammina mano per la mano con la madre, la quale improvvisamente si accascia al suolo esanime.
Varie e suggestive poi le carrellate laterali oppure gradevoli i diversi combattimenti distinti spesso da long take caratterizzati da movimenti di camera (semi)circolari tortuosi e spinosi, non di rado accompagnati da enfatici slow motion.
 
Voto 6.5
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