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Tiepide acque di primavera

Regia di Gu Xiaogang vedi scheda film

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La recensione su Tiepide acque di primavera

di alan smithee
8 stelle

CINEMA OLTRECONFINE - FESTIVAL DI CANNES 2019/FILM DI CHIUSURA DELLA SEMAINE DE LA CRITIQUE

Festa di famiglia, con la anziana matriarca circondata dal calore dei figli ormai adulti e dalle rispettive famiglie, che si pongono anche il problema di come gestire una vecchiaia che comporta sempre più una mancanza di autosufficienza, e pertanto problematiche di assistenza, coordinamento, e relativi sforzi economici necessari per supportare tutto ciò.

L'affetto si interseca con gli interessi economici, con le disponibilità diverse su cui possono contare i figli della matriarca, e sulle eventuali rivalità e gelosie che tutte queste valutazioni comportano.

La città ove si svolge la vicenda corale che impedisce ad qualsiasi personaggio di emergere sugli altri, è il centro in fermento economico di Hangzhou, ove la ricostruzione edilizia non si accontenta di sostituire le vecchie residenze storiche ormai fatiscenti, ma procede con suo piano espansionistico ai danni di una natura ancora rigogliosa e tutta da domare, non lontano da quel monte Funchun che appare in un quadro antico stilizzato presente ad inizio film nella locanda ove si svolge la riunione familiare.

Per la regia pacata e forte di potenti e poetici piani sequenza ad ampia visuale, di movimenti orizzontali di macchina che definiscono la potenza degli spazi aperti in cui la natura riesca ancora ad ergersi fiera dinanzi alle barricate della civiltà in fermento - opera di carattere del poco più che trentenne Gu Xiaogang - "Dwelling in the Funchun mountain" filma la vita che scorre lenta ed imperturbabile nonostante le difficoltà e le incertezza che il cammino presenta lungo il suo corso, ed è stato concepito dall'ambizioso autore come il primo capitolo di una trilogia sulla vita di famiglia.

Questo primo capitolo, che preferisce e privilegia la visione d'insieme sulle singole caratterizzazioni, funziona e intrattiene nonostante la lunghezza con cui l'opera viene concepita, catturando lo spettatore attraverso la potenza magnetica ma naturale e per nulla artefatta di una visione privilegiata di paesaggi e luoghi in grado di rendere formiche insignificanti, ma pertinenti parti integranti di un ambiente assai più complesso, i singoli minuscoli afflati vitali che compongono la variegata famiglia che si stringe attorno alla anziana capostipite.

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