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Come rubare un milione di dollari e vivere felici

Regia di William Wyler vedi scheda film

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La recensione su Come rubare un milione di dollari e vivere felici

di degoffro
8 stelle

Uno dei furti più spiritosi e divertenti della storia del cinema, anche perché realizzato con una tecnica assai originale e per nulla stupida. Ai due improvvisati ladri basta infatti un semplice boomerang, perfetto per far saltare due volte l'allarme del museo, generando negli uomini della sicurezza il legittimo dubbio che qualcosa nel sistema allarmistico non funzioni: unica soluzione è dunque disinnescarlo per quella notte, in attesa che qualcuno il giorno successivo venga a ripararlo. Così i nostri eroi, nel frattempo ben nascostisi in uno sgabuzzino, potranno indisturbati ritirare la Venere del Cellini, (in realtà un falso), senza bisogno di particolari acrobazie o di sofisticati marchingegni, e sostituirla con una bottiglia di buon liquore, il tutto nella più assoluta tranquillità e scioltezza. Incredibile cosa si può rendere possibile al cinema. La leggerezza di tocco e la consueta eleganza di William Wyler, l'ironia pungente della brillante, spigliata e scanzonata sceneggiatura, ricca anche di sorprendenti colpi di scena, come ad esempio la reale identità del personaggio di Peter O'Toole, la deliziosa e splendente Audrey Hepburn rendono il film piacevole e rilassante, come nella migliore tradizione della commedia hollywoodiana. E se la Hepburn e Peter O'Toole (in gran forma) si scambiano battute con consumato mestiere, (irresistibile il loro primo incontro con Audrey che scopre Peter in casa sua e lo scambia per un ladro con tanto di improvvisata sparatoria) la scena si illumina quando compare Hugh Griffith, nei panni del papà della Hepburn, falsario infallibile ed incurabile, (si veda il delizioso e spiritosissimo finale) pronto a gabbare e truffare con le sue riproduzioni perfette chiunque, ma soprattutto gli allocchi collezionisti d'arte o i responsabili di musei (strepitosa la sequenza in cui viene ritirata dalla sua casa per esporla al museo la Venere del Cellini, con la figlia, prontamente fermata dal babbo, che fa di tutto per distruggerla, presumendo i danni che tutto ciò potrebbe provocare), disposti a spendere milioni di dollari pur di avere opere d'arte nei loro soggiorni, senza preoccuparsi minimamente del fatto che siano autentiche (memorabile in tal senso anche la prova di un divertito Eli Wallach, nei panni di un collezionista davvero ingenuo e sprovveduto). Piccola apparizione anche per Charles Boyer.
Voto: 7+

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