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The Gentlemen

Regia di Guy Ritchie vedi scheda film

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La recensione su The Gentlemen

di supadany
6 stelle

La legge della giungla è spietata, complessa anche per chi detiene il trono, soprattutto quando il suo tempo è agli sgoccioli. Di fatto, ogni regno ha una data di scadenza, anticipata da un periodo di transizione che scalda gli animi. C’è chi, con faccia tosta e senza scrupoli, vorrebbe compiere un triplo balzo in avanti alla faccia delle gerarchie e anche il designato principale per impossessarsi dello scettro potrebbe avere da ridire sulle modalità di passaggio delle consegne. Insomma, in uno stadio del genere ogni soggetto interessato farebbe bene a guardarsi le spalle, anche da chi, sulla carta, non sembrerebbe rappresentare un pericolo concreto.

The gentlemen descrive una contingenza di questo tipo adattandola a un contesto malavitoso, con una struttura narrativa estremamente articolata, al punto da finire imbrigliata in un asfissiante esercizio di stile.

Michael Pearson (Matthew McConaughey) è un immigrato americano che, giunto in Gran Bretagna, ha creato un impero criminale grazie al remunerativo traffico di marijuana. Quando decide di cedere l’attività, individua in Matthew (Jeremy Strong) il soggetto adatto alla successione ma, appena la trattativa entra nel vivo, cominciano i guai.

Tra nuove leve spregiudicate, come Dry Eye (Henry Golding), personaggi sbucati dal nulla, come Coach (Colin Farrell), e Fletcher (Hugh Grant), un investigatore privato che vuole una fetta della torta, Michael e il suo braccio destro Raymond Smith (Charlie Hunnam) dovranno ricorrere a tutte le loro abilità per uscirne vivi.

 

Matthew McConaughey

The Gentlemen (2020): Matthew McConaughey

 

Accantonate la rovinosa esperienza fantasy di King Arthur: Il potere della spada e la riuscita - almeno in termini commerciali - digressione disneyana di Aladdin, il regista britannico Guy Ritchie riabbraccia il suo primo amore, tornando a giostrare tra le mura amiche del gangster movie.

Questo ritorno al passato non recupera la travolgente brillantezza degli esordi (Lock & Stock. Pazzi scatenati e Snatch – Lo strappo) e forse lo stesso autore era consapevole di non poter riavvolgere il nastro come se niente fosse. Sta di fatto che la peculiarità principale di The gentlemen risiede in una decostruzione degli eventi, formulata in larga parte a posteriori.

Un espediente impattante, per uno sviluppo che rimesso in forma lineare sarebbe stato convenzionale e che, apparecchiato con questo layout, vede diluite anche le sue potenzialità. Dunque, vengono snocciolati una serie di eventi, inseriti in una reazione a catena che contempla svariate tessere del domino, con una manipolazione che prevede incastri mediamente riusciti e revisioni, rivendicazioni e rappresaglie, con occasionali spruzzate action e grappoli di humour inglese, per quanto siano raramente di primo pelo.   

Contestualmente, Guy Ritchie si conferma essere un affabulatore da non sottovalutare, abile a tirare in ballo un nutrito ventaglio di adorabili canaglie, per quella che rimane una passerella da sfilata, con il timone instancabilmente passato da una mano all’altra. Un’occasione per gustarsi un cast che dispensa personalità pronunciate. Mentre Matthew McConaughey è prigioniero della sua stessa classe e Charlie Hunnam offre una performance tutta d’un pezzo, spiccano i tratti più eccentrici, sventolati con disinvoltura da uno sgargiante Hugh Grant e da un impassibile Colin Farrell, agghindato in maniera buffa.

 

Colin Farrell

The Gentlemen (2020): Colin Farrell

     

Alla resa dei conti, The gentlemen non è catalogabile come la classica minestra riscaldata, ma fa anche tanto rumore per nulla, promettendo più di quanto riesca effettivamente a regalare. Attinge a un pozzo riconosciuto ma, cercando ardentemente di non incagliarsi in una formula inflazionata, finisce per danneggiare gli automatismi. Non ha ansia da prestazione, ma non può nemmeno vantare un numero sufficiente di assi nella manica per garantirsi lunga vita nella memoria collettiva. Si prende il suo tempo ma raramente sale in cattedra.          

Stuzzicante ma sostanzialmente sterile.

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