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Jackie Brown

Regia di Quentin Tarantino vedi scheda film

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La recensione su Jackie Brown

di steno79
9 stelle

Strano destino quello di "Jackie Brown", terzo lungometraggio di Quentin Tarantino, accolto con indifferenza alla sua uscita, come un film che non portava niente di nuovo all'universo del regista, e oggi osannato e posto ai primissimi posti della classifica personale dell'autore da parecchi siti specializzati e critici esperti. Sì tratta di un Noir atmosferico che guarda molto al cinema anni 70 di cui riprende una star della Blaxploitation, poco conosciuta in Italia, ed è anche l'unico adattamento finora di un romanzo da parte del regista-sceneggiatore. Qualcuno lo definisce l'Anti Pulp fiction, ma non credo sia importante stabilire se lo è davvero: è un film narrativamente più lineare, dove Quentin non vuole stupire con virtuosismi di scrittura ma costruisce la pellicola sui personaggi e sulle loro dinamiche relazionali, con una trama in fondo ridotta all'essenziale, quasi del tutto priva dei numerosi colpi di scena e dei rivolgimenti narrativi che sono il marchio di fabbrica del Noir. Personaggi indubbiamente di spicco, ben caratterizzati nelle loro motivazioni in sede di scrittura ed affidati ad un cast importante dove spicca però proprio la Pam Grier icona del cinema di genere, attrice di notevole presenza che non sbaglia un'espressione. Le invenzioni di sceneggiatura sorprendenti non sono moltissime ed una delle più riuscite è la scena dello scambio di buste al camerino ripetuta per ben tre volte; ma se Tarantino ricorre ad una scrittura meno appariscente rispetto ai primi due film, i valori sostanziali sono ottimi, il film è di quelli che sedimentano a distanza e sprigionano una ricchezza emotiva e tematica da porlo come una delle sue opere più mature nonostante la giovane età in cui l'ha realizzata. Fra i comprimari andrebbero citati un po' tutti, da un Samuel Jackson esilarante ed inquietante ancor più di Pulp fiction ad un Robert Forster ammirevole nella sua recitazione sotto le righe, da un De Niro che ritrae un gangster paranoico molto diverso dai suoi personaggi scorsesiani ad una Bridget Fonda che offre qualche brivido erotico, per nulla patinato. E la scelta delle canzoni si rivela sempre vincente per la definizione atmosferica delle sequenze e del ritmo, mai affrettato, che concorre al fascino estetico di questo "Jackie Brown", che personalmente metterei subito dopo Pulp fiction e Bastardi senza gloria e a pari merito con Le iene. 

Voto 9/10

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