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Jackie Brown

Regia di Quentin Tarantino vedi scheda film

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La recensione su Jackie Brown

di Gangs 87
9 stelle

A guardare per la prima volta un vecchio film di Tarantino, dopo aver da poco visto uno nuovo, si corre un enorme rischio, quello di ridimensionare il giudizio che hai, ad oggi, su di lui.

 

Jackie Brown, il terzo lungometraggio di Tarantino (se non consideriamo il lavoro corale Four Room) l’ho visto per ultimo, solo per una combinazione di fattori, tra cui spicca il fatto che mi sono approcciata al suo cinema da poco tempo, e la folgorazione piacevole che mi ha causato ancora me al porto addosso.

 

La struttura è sempre la stessa: le storie di personaggi diversi, inizialmente nemmeno legati in nessun modo, che si intrecciano in un finale al cardiopalma che avvinghia lo spettatore e lo coinvolge lasciandolo solo ai titoli di coda.

 

Ma ogni personaggio è talmente impregnato di potenza scenica che già mentre è in atto la composizione della trama che poi porta al finale di cui sopra, senti lo spessore del racconto che stanno portando in scena. Ovvio che il merito è degli eccelsi protagonisti: a partire dalla fascinosa e bravissima Pam Grier, il mio sempre amato Michael Keaton, l’uragano Samuel L. Jackson e Robert De Niro che, pur limitandosi a scimmiottare i personaggi fino ad allora interpretati, qui è Louis un avanzo di galera che vive sulle spalle di Ordell, è come una calamita per gli occhi dello spettatore che non riesce a distaccarsi dalla sua faccia corrucciata e priva di carisma.

 

La genialità di Tarantino che nelle sue ultime e più recenti pellicole sembra essersi appannata qui è esposta alla massima potenza. Già la fotografia con i suoi toni sgranati la dice lunga, così come la colonna sonora, anche qui come nei due film precedenti è parte integrante di un’opera che, senza, non si imporrebbe allo stesso modo.

 

Laddove tutto sembra perfetto, dove ogni ruolo è ricoperto dall’attore giusto ed ogni nodo si scioglie grazie all’incastro perfetto di ogni singolo fotogramma, quando la fine si compie la tristezza di invade perché sai che forse nessuno avrebbe mai pensato che si potesse porre fine a tale immensa potenza, che mai sarebbe stato possibile ridurre cotanta genialità …. E invece …

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