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Nina Wu

Regia di Midi Z vedi scheda film

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La recensione su Nina Wu

di EightAndHalf
7 stelle

Il regista di The Road to Mandalay, proveniente dal Taiwan, abbandona quelle modalità di regia che tanto dovevano a Tsai Ming-liang, anche se in una formula meno romantica e più gelida, e approda all'Un Certain Regard di Cannes 72 con una pellicola che invece sembrerebbe un mix improbabile di The Neon Demon di Nicolas Winding Refn e Perfect Blue di Satoshi Kon: il capolavoro refniano sta nelle ambigue tensioni saffiche tra i due personaggi principali, la protagonista e il fantasma della sua nemesi; Kon sta nei labirinti che la giovane Nina Wu è costretta ad affrontare a livello anche mentale quando comincia a capire cosa sarà costretta a fare per ottenere la parte come attrice per un film dalla grande produzione. In realtà quello che dovrà fare non è troppo imprevedibile, ma è soprattutto il modo in cui si arriva a quella conclusione che rende Nina Wu un film sorprendente. Ogni azione del film viene ricoperta da uno strato di angoscia e di paranoia crudele e disilluso, che sfrutta le affascinanti ambientazioni dei set in cui Nina lavora e fa le prove del film. Anche dal punto di vista della conseguenzialità temporale il film di Midi Z è una continua (ri)scoperta: i flashback arrivano senza alcun tipo di preannuncio, improvvisi e implacabili, a illustrare qual è l'origine di quell'opprimente minaccia che sembra incombere su ogni evento, anche il più insignificante. Ed è interessantissimo che è proprio nel momento in cui si svela l'arcano, e si sfiora lo spiegone, che il film prende la tangente e si arrovella in sequenze quasi action di grande impatto che consistono in fluidissimi carrelli per corridoi quasi neon e sguardi dettagliati del corpo della giovane protagonista, Wu Ke-xi, già presente in The Road to Mandalay ma qui ufficialmente consacrata al mondo delle grandissime attrici: la sua interpretazione è letteralmente da paura, esplosiva ad ogni primo piano. 

Come The Road to Mandalay questo film rischia di essere dimenticato, ma si confida nella macchina cannense per diffondere un titolo che osa molto pur lavorando sul già noto. 

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