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The Hole - Il buco

Regia di Tsai Ming-liang vedi scheda film

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La recensione su The Hole - Il buco

di steno79
8 stelle

Rivisto dopo più di venti anni dalla sua presentazione al festival di Cannes e dalla sua breve distribuzione in Italia, "Il buco" di Tsai Ming Liang si collega in qualche modo ad un discorso sull'epidemia che nella finzione affligge una Taiwan battuta dalla pioggia, dove il misterioso virus diffuso dagli scarafaggi fa regredire le persone ad uno stato bestiale.

"The hole" é un film molto in linea con lo stile del regista taiwanese, già sperimentato nelle opere precedenti: trama ridotta all'osso, pochi dialoghi, abbondanza di "tempi morti" in cui apparentemente non succede nulla, qui con l'aggiunta di fantasiosi numeri musicali che funzionano come un'evasione dalla realtà. Una parte del pubblico lo troverà inevitabilmente noioso, mentre il cinefilo più esigente potrà concordare con quanto scrisse all'epoca la direttrice di Film tv Emanuela Martini, che lodava la sapienza di Tsai nella composizione delle inquadrature e il rigore non compiaciuto della sua regia. In effetti, anche questa pellicola è una sorta di trattato sull'incomunicabilita' come già lo era "Vive l'amour", in questo caso senza il sottofondo omosessuale di altri film di Tsai, e vibra di una forza in qualche modo segreta che riesce ad animarlo pur nella sua estrema rarefazione audiovisiva. Si ammira l'utilizzo intelligente della profondità di campo, la gestione millimetrica di ogni angolo dell'inquadratura a fini espressivi,  tale da amplificare l'effetto emotivo di ogni sguardo o possibile incontro fra i due protagonisti. Gli attori riducono al minimo la drammatizzazione come in Bresson, anche se in alcune scene sanno piangere in modo convincente, sopratutto Lee kang-sheng, interprete insostituibile di ogni film del regista. Non siamo ancora alla potenza stilistica di "Stray dogs", vero capolavoro nonché culmine delle ricerche espressive di Tsai, il minimalismo della regia in qualche sequenza potrà apparire eccessivo, ma si tratta ugualmente di un risultato pregevole, che passò a Cannes senza ricevere alcun premio da una regia presieduta da Martin Scorsese. Da (ri)scoprire, anche perché sostanzialmente poco conosciuto dalle nostre parti come tutto il cinema di matrice contemplativa dell'autore. 

Voto 8/10

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